OEPAC

Sentenza storica: i disabili a scuola hanno diritto sempre all’OEPAC

Attualità

Il Tribunale di Catanzaro ha accolto, nelle scorse settimane, il ricorso presentato dai genitori di un alunno di 10 anni contro il Comune di Catanzaro, stabilendo che l’ente locale ha discriminato il minore, affetto da disabilità grave, riducendo le ore di assistenza specialistica OEPAC previste dal Piano Educativo Individualizzato (PEI) da 30 a 3 ore settimanali.

Il giudice ha ordinato al Comune di dare completa attuazione al PEI, garantendo le 30 ore settimanali di assistenza, e ha imposto una sanzione di 100 euro per ogni giorno di ritardo nell’adempimento, a partire dall’ottavo giorno successivo alla notifica della decisione.

Questa sentenza è storica perché, al contrario delle ore di sostegno, quelle dell’OEPAC (Assistenza specialistica per l’autonomia e la comunicazione) erano sottoposte al vincolo di bilancio.

Ovvero, il docente di sostegno era garantito a prescindere, ma l’operatore che assiste il disabile era, nei fatti facoltativo. Questo, almeno, fino a due sentenze ottenute dallo Studio Tavernese, che ha assistito due alunni portatori di disabilità.

“Se il principio dell’obbligatorietà a prescindere dalle esigenze di bilancio della scuola era stato già stabilito da una sentenza del Tribunale di Lucca, quella di Catanzaro è storica anche per un altro motivo: l’applicazione dell’articolo 614bis del codice di procedura civile. Questo nuovo articolo, come risultante dalle modifiche della riforma Cartabia, consente di introdurre misure coercitive anche nei giudizi civili. Ovvero: se non sani l’abuso entro otto giorno, dovrai versare 100 euro per ogni giorno di ingiustificato ritardo. Questo serve per evitare che, grazie a ricorsi e controricorsi, la sentenza resti, di fatto, disattesa.

Queste sentenze sono estremamente importanti perché garantiscono dei diritti essenziali per gli studenti portatori di disabilità, quali lo studio e la stessa inclusione scolastica. Per fare di un ragazzo uno studente non basta farlo entrare in aula. Lo si deve rendere parte della classe. Per riuscirci alcuni dei più fragili hanno bisogno di un aiuto. E questo va fornito dalla scuola. È una esigenza prioritaria e nulla deve esserle anteposto.”

Commenta così l’Avvocato Marco Tavernese, da più di venti anni stabile punto di riferimento per il comparto scuola e disabilità.

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