Airport Day, a Linate focus su ruolo scali in nuovo contesto globale

Lombardia

Che ruolo hanno gli aeroporti in un contesto globale all’insegna di cambiamenti, sfide economiche e conflitti? Questo tema è stato il focus del convegno “Aeroporti nel mondo che cambia- Le sfide strategiche degli aeroporti nell’evoluzione geopolitica globale”, organizzato da Sea nell’ambito dell’Airport Day promosso da Assaeroporti in diversi scali italiani, a Milano, ospitato all’aeroporto di Linate. All’evento hanno partecipato l’ad di Sea Armando Brunini, l’assessore comunale alla Mobilità e Trasporti Arianna Censi, il presidente di Ispi Paolo Magri oltre ad Andrea Giuricin, docente di Economia dei Trasporti all’Università Bicocca ed Elena Vasco, segretario generale della Camera di Commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi. L’evento ha riunito esperti e rappresentanti istituzionali per analizzare il ruolo strategico degli aeroporti. Al centro le prospettive del settore aeroportuale e il ruolo strategico di Milano per la mobilità e lo sviluppo del territorio. Nonostante le incertezze legate al contesto geopolitico attuale, i dati relativi alla crescita della connettività aerea negli ultimi dieci anni – è stato illustrato – evidenziano un trend positivo e costante. È stata evidenziata la scelta di liberalizzare il settore che ha permesso all’Italia di crescere nel periodo 2015-2024 del 47% per il numero di passeggeri e del 39% per i posti offerti, anche ‘in assenza di una compagnia di bandiera’. In altri Paesi europei, che hanno attuato una politica più protezionistica, la crescita è stata minore (Francia +15% e Germania-3%). Nello stesso periodo anche le destinazioni intercontinentali offerte dall’Italia sono cresciute di circa il 40%. “È un’epoca che ci porta a tanta volatilità però per noi è un’opportunità e pensiamo che possiamo ancora spingere a migliorare la connettività che è improntate perché porta benefici per la qualità di vita, per la società e per l’economia – ha spiegato Brunini a margine del convegno – Abbiamo fatto importanti progressi in questi ultimi anni e vogliamo continuare soprattutto puntando sulla qualità della connettività. Spingeremo sempre di più sui collegamenti di lungo raggio che portino Milano e il territorio a giocare il ruolo che può avere a livello globale”. Anche nel suo intervento durante l’incontro, Brunini ha evidenziato il passaggio per le nuove generazioni da “un’epoca dei prodotti a una delle esperienze.

Oggi un giovane rinuncia, ad esempio, a comprarsi una macchina ma non al weekend fuori, anche in altre città europee”. I conflitti geopolitici influenzato il traffico aereo italiano ed europeo. “Con la guerra in Ucraina lo spazio aereo europeo si è ridotto del 25 per cento – ha spiegato Brunini – C’è stata una congestione sul resto. Recentemente siamo riusciti a far ripartire il volo con il Giappone, nonostante il maggior costo e prevedere un sorvolo sull’Ucraina”. Brunini ha ricordato poi che il traffico intercontinentale è cresciuto del 17 per cento l’anno scorso. Secondo l’ad la scelta di liberalizzare il settore ha portato benefici. “Molto si deve alla coraggiosa politica europea e italiana di liberalizzazione dei cieli. Prima del Covid con la Cina avevamo tre destinazioni collegate con Milano. Abbiamo lavorato per ampliare il portafoglio possibile e Milano è collegata a oggi con 11 città cinesi”. I cambiamenti internazionali sono stati ricordati anche da Paolo Magri di Ispi: “Usciamo da alcuni anni di grandi trasformazioni. Prima il Covid che ha fermato tutto e quindi anche il trasporto aereo. Poi la guerra in Ucraina che ha fermato molto in Europa e ha fatto salire i prezzi dell’energia, anche per il trasporto aereo. E ancora la guerra in Medio Oriente. Nonostante questo, il trasporto aereo dopo il Covid è continuato a crescere, sta crescendo, perché ci sono tensioni ma c’è una grande notizia: una parte del mondo, i cosiddetti Paesi emergenti, ha un ceto medio più ricco, che ha più propensione a viaggiare, quindi nel mercato si sono inserite centinaia di milioni di persone”. Anche secondo Giuricin, docente di economia dei Trasporti all’Università Bicocca, il processo di liberalizzazione ha portato benefici al traffico italiano. “L’anno scorso abbiamo chiuso con 183 milioni di passeggeri nel mercato italiano – ha spiegato nel suo intervento – si tratta di un mercato tre volte più grande rispetto a prima della liberalizzazione.

Nel 2023 per la prima volta l’Italia ha superato come numero di passeggeri la Francia. La Germania, che prima aveva 70 milioni in più di passeggeri, ora ne ha 20 milioni in più rispetto all’Italia, quindi ci stiamo avvicinando”. L’aumento dei traffici e degli scambi – è stato evidenziato – agevola la natura internazionale di una città come Milano, sia da un punto di vista economico che culturale. Il segretario generale della Camera di Commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi, Elena Vasco, ha evidenziato che la Città metropolitana di Milano si caratterizza per una maggiore penetrazione sui mercati più lontani – con il 21,5 per cento dell’export diretto in Asia (a livello nazionale è il 13 per cento) e il 15,2 per cento verso le Americhe (14,7 per cento è la quota italiana). “Dobbiamo puntare non solo a quei paesi con cui abbiamo dei rapporti consolidati ma anche su quelli dove ci sono prospettive di crescita a lungo termine per le imprese” ha spiegato. Milano attrae anche per l’offerta delle sue università. Gli studenti internazionali che scelgono le università milanesi sono stati 17765 nell’anno accademico 2023/2024, l’8,4 per cento degli iscritti totali. La quota è quasi raddoppiata negli ultimi 4 anni (nel 2020 era il 4,6 per cento). Prevalentemente provengono da Cina (2550 studenti), Iran (1735), India (1593) e Turchia (1418). In una città internazionale anche l’assessore Censi ha evidenziato il ruolo giocato dagli aeroporti presenti sul territorio: “La relazione tra le città e i propri aeroporti è una relazione di trasferimenti di valori dall’uno all’altro. È determinante questo soprattutto per il lungo raggio”, ha detto. 

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