Il sindaco di Milano non ha risposto alla nostra mail (mandata in copia anche alla soprintendenza), ma in compenso lo ha fatto fare a “Segreteria Elena Grandi Assessora all’Ambiente e Verde” col seguente testo: “L’opera d’arte verrà posta nell’area depressa prospicente la via che costeggia la Galleria d’Arte Moderna (una socia mi ha fatto notare che non conoscono nemmeno il nome della “via che costeggia…” cioè via Palestro, già via della Cavalchina), che non ci risulta essere un’area cani, e sarà posizionata in modo da tutelare i roseti presenti.”.
Abbiamo risposto, con copia conoscenza al sindaco e alla soprintendenza, come segue (con relative immagini): “Vi risulta male, non solo è un’area cani, ma non capiamo cosa significhi “area depressa”, al contrario è molto frequentata. Depressa lo diventerà sicuramente se procederete con questa progetto terrificante.”.
La risposta successiva è stata la seguente: “Gentilissimo, con il termine “depressa” ci si riferiva alla quota sul livello stradale (ma va?), non al livello di frequentazione dell’area (chissà se avranno colto la sottile ironia?). Ci aggiorniamo a seguito di ulteriori verifiche che abbiamo richiesto.”.
A questo punto abbiamo inviato una PEC alla soprintendenza specificando tutte le nostre considerazioni:
“…facciamo presente che:
1- l’installazione di Aaron Nachtailer è dichiarata permanente e cioè “sino a quando la natura avrà fatto il suo corso” (in altre parole per decenni sino a quando non marcirà);
2- l’aiuola in oggetto è anche un’area cani, ma la presenza di tronchi mozzati ad altezza uomo può essere assai pericolosa soprattutto per i bambini;
3- stimiamo che il peso complessivo della legna che verrà scaricata si aggiri intorno a 1 tonnellata;
4- nell’aiuola sono a dimora diversi gruppi di rose e forsizie e questa installazione ne renderà praticamente impossibile la manutenzione nonché la piantumazione di alberi vivi. Inoltre, immaginiamo che se i tronchi non saranno solo appoggiati a terra (perché in caso contrario sarebbero ancora più pericolosi), i relativi scavi rischiano di danneggiare le radici della vegetazione viva;
5- noi riteniamo che la trasformazione di questa area di un giardino storico monumentale del ‘700 sia del tutto incompatibile proprio con la fruizione, la natura, il valore architettonico e paesaggistico e la destinazione stessa del luogo.
Per tutte queste ragioni, vi chiediamo cortesemente di valutare quanto sopra e di farci sapere SE DAVVERO AVETE APPROVATO IL PROGETTO O SE INTENDETE FARLO.”.
Abbiamo anche evidenziato che nell’elenco delle opere approvate dal Comune, quella di Aaron Nachtailer si chiama “Raw 2023” ed è prevista al Parco dei Fontanili (130 ettari), mentre quella per i Giardini Montanelli (17 ettari) si chiama “Abbraccio” (notare il singolare) ed è di Silvia Bettoli. Non ci vuole uno scienziato per capire che in una piccola aiuola, un conto è un “abbraccio” e cioè una scultura che occupa un metro quadrato, e un altro è una installazione di 100 tronchi mozzati che la invaderanno totalmente. È altrettanto chiaro che un “abbraccio” non può essere “un labirinto il cui percorso si snoda fra 100 tronchi recuperati dopo il nubifragio… L’idea è che i visitatori possano entrare nel dedalo, passeggiare…”. C’è qualcosa che non torna. Insomma, l’opera qual è?
Se si contano i tronchi della foto sopra, sono “solo” 50, e non ci resta che immaginare gli altri 50 che squallido impatto faranno.
Per il momento la soprintendenza non ci ha risposto, ma altre fonti autorevoli mi hanno, purtroppo, confermato il progetto senza però chiarire quale dei due.
Attenderò ancora qualche giorno e poi penso di mandare ultima PEC a: sindaco, area verde e soprintendenza.
Enrico Pluda (Agiamo- Amici dei Giardini Pubblici Montanelli)
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