Buongiorno ai lettori, è stata aggiudicata ieri sera la Supercoppa Italiana a Riyad, in Arabia Saudita.
Al termine di una partita combattuta e sofferta da entrambe le contendenti, Napoli e Inter, giunte alla finale dopo aver eliminato con identico punteggio (3-0) rispettivamente Fiorentina e Lazio. Partita che ha evidenziato ancora una volta la maggior propensione dell’Inter ad un gioco offensivo, con prevalente possesso palla e numero di conclusioni verso la porta avversaria, esattamente 5 contro nessuna del Napoli. La squadra di Mazzarri ha comunque offerto subito un buon approccio alla partita, opponendo una efficace resistenza agli attacchi nerazzurri, apparsi anche per questo meno precisi del solito. La svolta nella ripresa quando, al quarto d’ora circa, un intervento di Simeone già in precedenza ammonito forse con eccessiva severità, ha indotto l’arbitro ad estrarre il rosso ed espellere l’attaccante degli azzurri, provocando vibranti proteste della panchina, con un Mazzarri piuttosto agitato. Ma pur in inferiorità numerica, il Napoli resisteva ai crescenti attacchi dell’Inter, che si riversava nella metà campo avversaria per evitare di dover incorrere nella lotteria dei calci di rigore, anche se in questo caso senza supplementari. Gli ultimi 10 minuti, diventati ormai un assedio da parte dell’Inter, sono stati piuttosto concitati con altre occasioni fallite dai nerazzurri, che poco prima aveva sostituito i già ammoniti Barella, Cahlanoglu e De Vrij, e portano il cronometro oltre il 90′, fino al minuto 97.

Un monologo degli uomini di Inzaghi, un assalto all’arma bianca al quale i campioni d’Italia in carica hanno sempre risposto con dedizione e coraggio, provando in tutti i modi a portare la gara ai calci di rigore. Impresa quasi raggiunta, e improvvisamente sfuggita proprio nel primo minuto di recupero: gran pallone a rimorchio di Pavard, velo di Frattesi (appena entrato) e conclusione precisa del capitano a battere Gollini per l’1-0 finale. Da qui al fischio dell’arbitro, ultimi disperati e vani tentativi del Napoli, poi l’apoteosi nerazzurra con tanto di coreografia di fuochi d’artificio in salsa araba.
E compaiono nuove pagine di storia nerazzurra: l’Inter vince per l’ottava volta la Supercoppa e diventa la seconda squadra a vincere tre volte di fila il trofeo dopo i cugini del Milan, che ci riuscirono tra il 1993 e il 1995. Lautaro fa invece 123 reti in nerazzurro in tutte le competizioni, eguagliando un bomber straordinario come Christian Vieri. E l’artefice di questa Inter apparentemente inarrestabile, Simone Inzaghi, diventa il tecnico che ha vinto più volte questa competizione, superando con cinque titoli i quattro di Lippi e Capello. Al Napoli, invece, resta in bocca un altro boccone amaro, l’ennesimo di una stagione fin qui maledetta, che l’Inter invece impreziosisce con il primo trofeo di stagione. Ma altri, magari ben più prestigiosi, sono ancora all’orizzonte, scudetto, seconda stella e Champions L., in una corsa che appare ancora lunga e molto irta di ostacoli. Superandoli si concretizzerebbe la consacrazione definitiva di Inzaghi come uno dei migliori allenatori della storia dell’Inter.
Una serata che purtroppo appare offuscata da un lutto per il calcio italiano, all’annuncio praticamente in diretta della scomparsa di un celebre campione del passato: se n’è andato a 79 anni Gigi Riva, detto “Rombo di tuono”, uno dei più grandi attaccanti degli anni ’60-70, idolo del Cagliari scudettato e protagonista nella storica finale mondiale del 1970 tra Italia e Germania, il famoso 4-3, partita simbolo nostra nazionale che in quella occasione diventava vice campione del mondo. In qualche modo, si è trovato quel minuto di silenzio nel rispetto delle nostre tradizioni, offuscato però da un episodio apparso imbarazzante e inspiegabile fino alle motivazioni fornite dalla Lega: pare che nella cultura saudita il silenzio per commemorare i morti non sia contemplato e che, anzi, venga mal visto e interpretato in accezione negativa. Nel rispetto delle altre culture, ci sia però concesso di non condividere questa.
