I frattali sono forme geometriche che riproducono su scale diverse la medesima struttura. Mandelbrot fondò sui frattali la sua nuova geometria, che risultava particolarmente adatta a descrivere il mondo naturale, come la foglia di felce o il fiocco di neve. Qualunque sia la scala, si scoprono continuamente copie microscopiche dell’intero insieme in un intrico infinito di configurazioni, filamenti e strutture – osserva L. Roi. Un tale oggetto ha dato origine a numerose congetture matematiche sulle sue proprietà e a sfide intellettuali che spaziano in vari campi, dalla matematica alla fisica, dalla biologia all’informatica e, non ultima, all’arte. Il pittore Fernando Garbellotto – ci piace dire – è rimasto impigliato nella rete dei frattali da molti e molti anni. La mostra appena inaugurata presso la Fondazione Mudima, aperta fino al 26 gennaio 2024, si intitola “Frattale. La rete come idea del mondo”: curata da Arianna Baldoni, ci presenta il percorso artistico dell’autore dagli Anni Novanta a oggi sul tema a lui tanto caro dei frattali. Affascinato dalla geometria di Mandelbrot, Garbellotto sviluppa un’indagine iconografica e una propria poetica attraverso varie serie di Frattali, dando un significato concreto all’indissolubile rapporto fra arte e scienza. “L’una si nutre dell’altra – afferma l’artista. “L’arte e la filosofia fondano le loro radici sia su quanto la scienza ha scoperto, sia – e forse soprattutto – su quanto la scienza non ha ancora scoperto, mentre la scienza affida per lo più alla filosofia e all’arte il compito di tracciare il campo di indagine su cui lavorare”. Filosofia e arte, pensiero e forma artistica sono quindi chiamate a indicare la via, poiché plasmano in modo profetico l’immagine del mondo. Si parte dal ciclo dei Frattali d’aria (1995-1999) che descrive il mondo aereo che ci circonda: le nuvole, le turbolenze del vento, le correnti d’aria. Piccole forme curvilinee, realizzate con velature di colori acrilici all’acqua, si sovrappongono tra loro.
Avvicinandosi al dipinto è possibile distinguerle una ad una; se ci allontaniamo di qualche metro, la loro individualità si perde in un’immagine d’insieme completamente diversa. Lo stesso presupposto, la riproduzione di un’unica forma su varie scale, vale per i Frattali di terra (1998-2003), più materici e stratificati, in cui l’indagine si sposta dal mondo aereo a quello solido, terrestre. Realizzate con un composto acrilico e vinilico fatto cadere, con una frustata di pennello, sulla sabbia asciutta precedentemente distesa a velo sulla tela, le opere di questo ciclo si fanno tridimensionali. Ecco che un semplice granello di sabbia viene svelato nella complessità della sua struttura geometrica, le cui molecole risultano in un groviglio di filamenti accostati e intrecciati gli uni agli altri. Punto di sintesi della ricerca degli ultimi vent’anni, sono le Reti frattali, lavori concepiti come veri e propri sistemi che traggono la loro forza non dai singoli elementi, ma dall’interazione tra essi. Realizzate con tele di cotone resinate, dipinte, tagliate in strisce e annodate in forma di reticolo geometrico, montate su telaio oppure libere, prive di struttura, sono diventate la cifra dell’artista e costituiscono la peculiarità della sua produzione. La rete rimanda all’idea di relazione che costituisce l’Universo e coinvolge tutti gli esseri, animati e inanimati. Ogni singolo pensiero, ogni singola azione ha un riflesso nell’intreccio di relazioni del tutto. Questa è la visione dell’artista, la sua poetica: “Il mondo non è altro che la rete di queste interazioni”. Alla mostra è presente un corpus di Reti frattali monocrome, ricomposto per l’occasione entro un’installazione ambientale. Inoltre, viene proiettato il video Fractal Net Dancing della performance che si è tenuta alla MetFilm School di Londra nel 2014.
Fondazione Mudima, via Alessandro Tadino 26, Milano. Apertura da lunedì a venerdì, ore 11-13; 14-17:30
Caterina Majocchi – Critico d’arte e Consulente artistico

Laureata in Filosofia
Counselor, Content Creator, Critico d’arte e Consulente artistico
Ha pubblicato su Domus – Editoriale Domus,
Architettura e Arte – Ed. Pontecorboli, Materiali di Estetica – Ed. CUEM