Nel sistema scolastico italiano, sappiamo che i voti vanno dall’uno al dieci. Guardando però a quello che accade negli altri Paesi europei, si può constatare che non tutti utilizzano l’attribuzione numerica come indicatore. Non solo, anche chi usa i numeri, ne fa una lettura diversa dalla nostra. In Svizzera, ad esempio, si va da un minimo di uno ad un massimo di sei; in Austria, da uno a cinque e la sufficienza corrisponde a quattro. Si assegna la promozione se la media di tutte le valutazioni è di 1,5 e nessun voto è inferiore a tre. In Germania i voti vanno da sei a uno che è il voto massimo, corrispondente al nostro dieci. La Francia si sposta oltre il dieci, come valutazione massima: si va generalmente dallo zero (voto minimo) a venti (voto massimo) e la sufficienza si raggiunge con il dieci; alcune scuole utilizzano la scala da zero a dieci, più simile alla nostra. Il sistema di valutazione in ambito scolastico in Europa è quindi disomogeneo e possiamo certamente affermare che il sistema vigente nella scuola italiana è solo uno dei molti possibili e non è nemmeno il più preciso. Se usciamo dall’Europa e ci spostiamo nei paesi anglosassoni, la votazione si basa sulle lettere dell’alfabeto e ogni lettera corrisponde ad una percentuale: per esempio, semplificando, le lettere “B” e “A” corrispondono rispettivamente a 70/79 su cento e 80 su cento in Gran Bretagna, a 80/89 su cento e a 90 su cento negli Stati Uniti.
La lettera che esprime la massima valutazione è “A”, mentre quelle che esprimono una valutazione insufficiente sono “E” ed “F”. Lo stesso sistema è presente in molti paesi asiatici e del Medio Oriente: Afghanistan, Iran, Kazakistan, Libano, Malaysia, Pakistan e perfino in Nepal. Il principale vantaggio è la scomparsa della media aritmetica, che nulla restituisce del percorso di ciascuno studente. Pochi sono poi i Paesi che limitano l’uso dei voti. Uno di questi è la Finlandia: durante i primi anni della scuola unica obbligatoria, gli studenti non ricevono voti scritti e formali, ma l’insegnante fornisce valutazioni verbali e descrittive. Tuttavia, alla fine del trimestre autunnale e di quello primaverile, gli studenti ricevono una pagella utile per comprendere il loro grado di preparazione. La valutazione numerica inizia ad essere usata negli ultimi anni del ciclo obbligatorio di studi: l’inizio è variabile perché viene decretato dalle istituzioni locali. La scala va da quattro a dieci, ma per gli esami individuali si possono usare anche i mezzi e i quarti di voto. Esiste anche il dieci più, che serve a premiare gli studenti particolarmente impegnati. In conclusione, vi sono molti modi per valutare gli studenti, differenti a seconda dei vari contesti culturali in cui si struttura il sistema “scuola”. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, che si tratti di numeri o di lettere, i voti sono presenti praticamente ovunque, come riferimento per il giudizio. Certamente è poi necessario andare oltre e considerare, caso per caso, i motivi che i singoli voti sottendono.
Caterina Majocchi – Counselor

Laureata in Filosofia
Counselor, Content Creator, Critico d’arte e Consulente artistico
Ha pubblicato su Domus – Editoriale Domus,
Architettura e Arte – Ed. Pontecorboli, Materiali di Estetica – Ed. CUEM