Ormai da diversi anni, i chiropratici in tutto il mondo hanno aiutato numerosi atleti ad incrementare le proprie prestazioni sportive. Attraverso l’uso della kinesiologia applicata abbiamo trovato uno strumento straordinario che ci aiuta a trovare ed a trattare eventuali squilibri muscolari, affinché si possano prevenire infortuni e velocizzare i tempi di guarigione.
Presso la Chiropratica City Life, abbiamo sempre utilizzato la kinesiologia applicata come mezzo diagnostico utile a scoprire dove meglio poter applicare le varie tecniche chiropratiche che abbiamo a disposizione.
In un certo senso noi tutti possiamo essere considerati atleti, cosicché ciò che può essere ritenuto valido per gli atleti professionisti, può essere altrettanto valido per ciascuno di noi nella vita di tutti i giorni. La kinesiologia applicata è uno strumento che permette di valutare tutti gli aspetti strutturali, chimici e mentali della nostra salute, utilizzando test muscolari in combinazione con altri metodi diagnostici standard.
Essendo, inoltre, un mezzo funzionale di valutazione del tutto non invasivo, la kinesiologia applicata si è diffusa in tempi brevi. I trattamenti possono presentare degli aggiustamenti specifici, terapie muscolari varie, tecniche cranio-sacrali, stimolazione dei punti di agopuntura e dei meridiani, consigli riguardanti l’alimentazione e varie tecniche pertinenti allo stato emotivo.
Il triangolo della salute mette in evidenza le tre cause principali, che riguardano problemi di tipo strutturale, chimico ed emotivo, e che possono compromettere la salute del singolo individuo.
La quasi totalità dei problemi di salute, siano essi di tipo funzionale o patologico, si riferiscono ad almeno uno, se non di più, degli elementi caratterizzanti il triangolo della salute.
D. D. Palmer, il fondatore della chiropratica, scrisse nel suo libro, “La scienza, l’arte, e la filosofia della chiropratica”, che le cause determinanti di una malattia sono di origine “traumatica, tossica e di autosuggestione”, e ciò dimostra ulteriormente che il concetto di triangolo della salute ha origini remote.
La kinesiologia applicata permette al Dottore in chiropratica di valutare l’equilibrio funzionale relativo al triangolo della salute e di indirizzare il trattamento verso quei punti ove si evidenzia uno squilibrio. Il chiropratico essendo inoltre consapevole dell’importanza del triangolo della salute, valuterà ogni paziente secondo ciascun elemento, in modo da poter evidenziare l’esatta causa relativa alla patologia riportata dal paziente stesso.
Intorno agli anni ‘60, George Goodheart, un chiropratico americano, scoprì che i test muscolari avrebbero potuto essere utilizzati come strumento per “dialogare” indirettamente con il corpo del paziente e, naturalmente, riceverne informazioni a riguardo. Questa scoperta, apparentemente banale, diede inizio alla Kinesiologia Applicata. Con il passare degli anni questa tecnica si è sviluppata ed è diventata una tra le più usate dai chiropratici. In seguito si è formato il College Internazionale di Kinesiologia Applicata e ad oggi i chiropratici, i medici, i dentisti e tutti gli altri professionisti laureati nel settore medico possono farvi riferimento al fine di imparare questa importante tecnica diagnostica, utile da applicare alla propria attività lavorativa.

Durante la valutazione della parte strutturale della salute di un soggetto, noi analizziamo la funzionalità dello scheletro, delle articolazioni, dei muscoli, dei legamenti, dei tendini, e altro ancora.
La totalità delle funzioni del nostro corpo, vista come una catena cinematica, che agisce come se fosse un’unica complessa unità funzionale, attraverso l’adattamento dei muscoli, fa sì che i sintomi possano sorgere lontano da dove effettivamente risiede la causa iniziale.
Facciamo un esempio pratico: immaginiamo che stiate facendo jogging e improvvisamente prendiate una storta alla caviglia. Dopo 10-15 giorni di riposo, ghiaccio e quanto altro, incominciate a stare meglio e continuate con la vostra vita normale (camminando, facendo sport, ecc.).
Tuttavia, potrebbe succedere che questo adattamento muscolare possa creare un alterato meccanismo secondario attraverso il bacino e la colonna vertebrale, che a loro volta possono creare sintomi tipo mal di schiena, mal di testa, o addirittura problemi ben più seri.
D’altra parte, spesso osserviamo come problemi di T. M. J. (articolazione temporo-mandibolare), ad esempio uno sbilanciamento a livello della masticazione oppure una masticazione unilaterale, possano essere responsabili di un modello di adattamento muscolare su tutto il corpo.
Cercate di immaginare cosa cio’ possa significare per un atleta professionista che ogni giorni sostiene un enorme stress fisico, settimana dopo settimana. E’ pertanto ovvio che se un atleta si trova in una fase di adattamento muscolare, questo è sicuramente più esposto ad un improvviso infortunio ed è per questo motivo che è estremamente importante, da un punto di vista preventivo, mantenere un atleta completamente bilanciato a livello strutturale. Personalmente ritengo importante che quando si lavora quotidianamente con atleti, sia necessario lavorare con un team medico (polispecialistico), poiché, nel caso si dovesse incorrere in un infortunio al ginocchio, ad esempio, il medico o l’ortopedico tratteranno, in modo tradizionale, il sottosistema passivo (articolazioni, cartilagini, ecc.), mentre il fisioterapista e/o il massaggiatore si rivolgeranno verso il sottosistema attivo (muscoli e tendini). In qualità di chiropratici, noi ci prendiamo cura del bilanciamento e della funzionalità del “sistema di controllo centrale” che equivale al sistema nervoso che, infatti, controlla sia il sottosistema passivo che quello attivo.
La Kinesiologia Applicata, spesso chiamata neurologia funzionale, attraverso i test muscolari rappresenta un incredibile strumento che permette di controllare l’equilibrio dei vari sistemi nervosi, che a loro volta controllano ciascuna cellula presente nel nostro corpo. Il lato chimico del triangolo della salute riguarda tutti gli aspetti biochimici del singolo atleta. Siamo sicuri del fatto che specifici elementi nutritivi, alimenti, liquidi ed altro ancora possano avere un certo effetto all’interno del corpo umano e che ciò possa influenzare la performance dell’atleta sia in modo positivo sia in modo negativo.
E’ del tutto scontato che sport diversi necessitino di una differente alimentazione. Osserviamone pertanto due tipologie differenti. il maratoneta, il quale pratica uno sport di resistenza, fondamentalmente usa energia aerobica e pertanto il sottosistema avrà bisogno di alimenti che favoriscano la produzione di questo tipo di energia, a differenza di un sollevatore di pesi, che di base usa energia anaerobica e perciò il sottosistema necessiterà di altri alimenti che forniranno questo tipo di energia.

Tuttavia, anche all’interno della medesima disciplina sportiva, si presentano differenti necessità individuali che dovranno essere approcciate in modo singolare. Nel calcio, ad esempio, il centrocampista ha necessità diverse dal portiere, un’elevata resistenza verso acuti riflessi e capacità di concentrazione. Un altro aspetto importante da valutare è quello di osservare se un atleta presenta delle intolleranze alimentari. infatti, in quel caso, risulta chiaro che se l’atleta consuma alcuni degli alimenti a cui risulta intollerante, compromette il suo metabolismo e come risultato finale decrementa la sua energia e la sua performance.
La Kinesiologia applicata, attraverso i test muscolari, rappresenta uno strumento valido per valutare queste intolleranze alimentari; così come, negli ultimi anni, questo tipo di indagine può essere fatta tramite test di laboratorio o altri tipi di test quali il VeGa test o l’analisi dei capelli. e’ di fondamentale importanza trovare la giusta “miscela di ottani” per ogni atleta, così come è ugualmente importante trovarla per la Ferrari e naturalmente aiutare ciascun atleta a recuperare il più velocemente possibile, attraverso il giusto programma nutrizionale, dopo ogni allenamento e dopo ogni partita.
L’ultimo elemento del triangolo della salute riguarda l’aspetto emozionale della salute. Secondo il mio modesto parere, l’importanza di questo aspetto della nostra salute è stato ampiamente sottostimato nel passato.
Tuttavia, nell’ultimo decennio, ha finalmente trovato la sua vera considerazione. Lo stato emotivo, l’aspetto affettivo dell’atleta, può includere il dolore e/o paura del dolore, cambiamenti d’umore a causa di stati d’ansia e perdita di entusiasmo o demotivazione. Questo aspetto è stato tradizionalmente trattato dagli psicologi e da persone di fiducia, ma esistono numerose tecniche chiropratiche che possono influire ed aiutare gli atleti ad affrontare periodi stressanti e a ricuperare momenti di perdita.
Può succedere a chiunque di avere un giorno “buio” e noi, in qualità di persone “comuni”, possiamo o meno cercare di nasconderci dalle persone a noi vicine, ma per un atleta ciò può diventare ben visibile agli occhi di tutti durante la sua performance.
Continuando ad utilizzare la metafora della Ferrari, come fatto precedentemente, noi possiamo sistemare il motore ed equilibrare la macchina, possiamo trovare la giusta miscela di ottani e metterla nel motore, matuttavia quali sarebbero le conseguenze se il nostro pilota non fosse in gran forma quel giorno e non volesse correre?
Gli atleti e/o le squadre capaci di trovare il giusto “momentum” , la corretta motivazione ed il coraggio secondo il bisogno, questi sono gli atleti e le squadre che diventano eminenti e lasciano il proprio nome nella storia, mentre coloro che non hanno questa capacità rimangono dei buoni atleti professionisti ed è per questo motivo che l’aspetto emotivo risulta così di fondamentale importanza per i professionisti dello sport.
Dr. Kristian Baekkel
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