Crescono gli atti di intolleranza green. Siano condannati e fermati sul nascere

Fabrizio c'è Milano
Ieri il gruppo le “Suv-versive” ha tagliato una decine di gomme ai suv in sosta in Via Mameli in zona Risorgimento. Nel farneticante volantino rinvenuto sui parabrezza delle auto vandalizzate c’è un lungo elenco di luoghi comuni ambientalisti: dovete usare i mezzi pubblici o le bici, i Suv sono da perseguire perché simbolo di ricchezza e ostentazione, troppe auto parcheggiate, tutti devono disfarsene.
Sembra di sentir parlare gli esponenti verdi e gli assessori di questi anni. Ma quello che deve preoccupare è che ci sia qualcuno che ha preso così sul serio le prediche verdi da volerle imporre con violenza ad altri. Sembra quasi che l’ideologia anti auto abbia sostituito altre storiche rivendicazioni di giustizia sociale nell’accendere gli animi, facendo leva, come sempre, sull’invidia sociale.
Bisogna fare attenzione a questa escalation di intolleranza green: dall’imbrattamento dell’arte ai blocchi stradali e adesso al danneggiamento di auto private. Anche altre forme di violenza politica sono nate così e, dopo la sottovalutazione dei fenomeni, è subentrato un clima d’odio.
Facciano molta attenzione le forze dell’ordine a individuare questi pericolosi talebani dell’ambiente e la giustizia applichi la legge senza buonismo verso le “suv-versive” di turno. Una ferma e pubblica condanna della violenza e dei danni contro la proprietà privata da parte dei politici green, a cominciare dal Sindaco, sarebbe utile per evitare altre emulazioni e conflitti di cui la città non ha bisogno.

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