Non è un caso se le percentuali più basse di votanti a Milano si sono registrate in alcuni seggi ubicati a San Siro o al Giambellino, in quartieri dominati dal degrado e dalla illegalità.
Nel seggio di Piazza Selinunte è rimasto a casa il 76% degli aventi diritto, in quello di Via Segneri il 73%!
Certo nei 2 seggi le poche schede depositate erano in maggioranza per il centrodestra ma non è questo il punto. Ciò che conta sono i 3/4 degli elettori che non votano: è una sconfitta per tutta la politica. E anche per Sala e il PD è tempo di riflettere: le parole d’ordine della sinistra “partecipazione”, “inclusione”, “integrazione”, “rigenerazione urbana”, non dovrebbero valere anche nei casermoni delle case popolari?
Così, rassegnati, gli abitanti di San Siro e del Giambellino, stufi di vivere nel degrado e nella illegalità, non credono che le istituzioni sappiano riportare ordine e civile convivenza.
Forse per questo Sala e il nuovo Assessore alla Casa Maran hanno lanciato un appello alla Regione Lombardia per fare qualcosa insieme sui quartieri di edilizia popolare. E su San Siro è stato firmato in Prefettura un protocollo per una maggiore collaborazione. Già ma per fare cosa?
Una fusione dei 2 gestori Aler e Mm? Ci vorrebbero almeno 5 anni di passaggi burocratici e poi non risolverebbe il problema. In queste aree i problemi non sono solo gestionali o edilizi ma sociali.
Quindi prima bisogna riportare la legalità e sradicare i racket delle occupazioni abusive, offrire ai giovani altri modelli che non siano lo spaccio o il radicalismo islamico.
Per questo una maggiore collaborazione tra Comune e Regione è giusta e necessaria, ma deve riguardare il presidio delle forze dell’ordine e dei vigili, le portinerie, l’assistenza agli anziani, le attività extrascolastiche dei giovani. E dovranno essere spesi i soldi previsti dal PNRR per demolire immobili fatiscenti e realizzare nuovi quartieri con mix sociale e anche edilizia privata. Comune e Regione dovranno evitare quei ritardi nei lavori che hanno favorito i racket etnici che dominano questi quartieri rendendo impossibile la vita delle persone per bene. Basta col rimpallo di responsabilità ma basta anche con la fuorviante analisi che basta sostituire l’amministratore di condominio per affrontare una polveriera di illegalità.

Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Non posso che condividere quello che dici, ma temo che sia difficile potere ottenere un dialogo costruttivo tra Regione e Comune per ragioni puramente ideologiche. La sparuta compagine di consiglieri comunali del centrodestra, davvero sparuta, avrà vita dura, molto più che nel passato. Auguri a loro e soprattutto auguri a Milano!
Sono D’accordo, con Fabbrizio Depasquale , subito i lavori nelle case popolari, ho forme di proteste contro lamministrazione comunale!!!
Forse dopo tanto tempo le istruzioni si sono accorte che non si può continuare a fare finta di niente perciò ora bisogna prendere delle decisioni drastiche e iniziare a ripulire il quartiere dalla delinquenza e dal degrado. Speriamo che non siano soltanto promesse!!!!