Via Padova, la strada più multietnica di Milano. E quindi pittoresca, colorata, aperta alla spontaneità dei tanti ospiti stranieri che si aggregano e riproducono abitudini dei paesi d’origine che male si adattano alla nostra convivenza. Si diceva fosse la via più pericolosa della città, dove le risse, i bivacchi, lo spaccio, la prostituzione erano e sono abituali con conseguenti frequenti aggressioni. Occorre dire che sono nate associazioni creative e di volontariato, ma il degrado rimane preoccupante. In questo incrocio l’igiene è decisamente obsoleta e così pure quel minimo di rispetto per cose e persone: sembra il regno della libertà di fare ciò che si vuole. In questo contesto il diritto all’abusivismo ha trovato un’altra occasione per affermarsi “Adesso c’è anche lo streetfood abusivo. Una cucina con cibi cotti e non solo, in mano a latinos, prevalentemente peruviani ed ecuadoriani. Ma anche i brasiliani non scherzano. Persino il nutrito e stanziale gruppo di viados carioca che un paio di volte alla settimana gioca a pallavolo nei giardinetti vicini, smercia piatti di carne piccante e zuppe intrise di cipolle che i «femminielli» trasportano con un carrello del supermercato, tra un cliente all’altro”, scrive Libero. Stigmatizza Riccardo De Corato, assessore alla Sicurezza in Regione, al quotidiano «Ormai si fa tutto in barba alla leggi specialmente nel primo tratto della via dove incroci venditori abusivi di cibi, appostati sui marciapiedi a contendersi clienti. Poi però si chiedono mille certificazioni per garantire la qualità degli alimenti venduti dagli esercizi commerciali. Invece chiunque può vendere liberamente senza alcuna licenza, vivande che chissà da dove arrivano…si aggiunge la situazione di degrado causata principalmente dal consumo di alcolici acquistati nei minimarket etnici della via. ll risultato sono persone ubriache in giro per la strada a qualsiasi ora del giorno e della notte, che generano risse, urinano e defecano indisturbate”
La mano dell’amministrazione, i controlli, le verifiche su un commercio illegale pare non esistano. Ma chi fa rispettare le leggi e punisce questi abusivi?

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano