Milano 25 Aprile – L’Armenia ha commemorato ieri il 100° anniversario del genocidio avvenuto il 1915 perpetrato dai turchi ottomani, che causò la morte di 1,5 milioni di persone. Centinaia di migliaia di armeni sono confluiti nella capitale Yerevan per una cerimonia commemorativa presso il memoriale delle vittime del genocidio armeno.
Tra gli ospiti i presidenti russo Vladimir Putin e il francese Francois Hollande. Questo sarà accompagnato dal più grande ambasciatore della causa armena, il cantante Charles Aznavour, ma il musicista André Manoukian, attore Simon Abkarian e funzionari eletti, saranno presenti a Los Angeles, Stoccolma, Parigi e Beirut dove si svolgeranno altre cerimonie commemorative.
Le rievocazioni sono iniziate giovedì sera alle 19:15 quando le campane di tutte le chiese dell’Armenia e anche in alcune città del mondo tra cui New York, Madrid, Berlino, Venezia e Notre Dame de Paris, hanno iniziato a suonare e subito dopo è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo del milione e mezzo di armeni che sono stati uccisi sistematicamente tra il 1915 e il 1917, durante gli ultimi anni dell’impero ottomano. Venti paesi, tra cui la Francia e la Russia, hanno riconosciuto che si trattò di un genocidio, ultima a riconoscerlo è stata la Germania per voce del suo presidente Joachim Gauck che ha riconosciuto giovedì notte per la prima volta il genocidio armeno, sottolineando la corresponsabilità della Germania in questo crimine attribuito al suo alleato ottomano.
Tuttavia, la Turchia nega ancora il termine genocidio e parla solo di una guerra civile in Anatolia, accompagnata da una carestia che ha causato tra i 300.000 ed i 500.000 vittime tra gli armeni aggiungendo che a causa di ciò anche molti turchi morirono. Due giorni prima l’anniversario il Parlamento austriaco ha osservato un minuto di silenzio. Una mossa, quella austriaca, che ha fatto infuriare la Turchia che ha denunciato “un insulto al popolo turco” e ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore a Vienna. Il governo turco già irritato per le dichiarazioni del Pontefice, che ha parlato per la prima volta di “genocidio” degli armeni, aveva già interrotto ogni rapporto con la Città del Vaticano. Il Parlamento europeo optando per la strada della sottomissione diplomatica ha, invece, invitato la Turchia a riconoscere il crimine perpetrato nei confronti della popolazione armena.
In una dichiarazione, con parole scelte con cura, il presidente americano Barack Obama ha definito il genocidio degli armeni durante la prima guerra mondiale, “un terribile massacro”, evitando di usare la parola “genocidio”, come l’ipocrisia, ormai vera inquilina della Casa Bianca, comanda.
Nel mese di aprile 2014, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, aveva fatto un gesto senza precedenti, presentando le sue condoglianze per le vittime armene del 1915, senza però ammettendo qualsiasi volontà di sterminio. “Spero che il presidente Erdogan invierà un messaggio forte, il 24 aprile e che le relazioni bilaterali si possano normalizzare” ha dichiarato il suo omologo armeno Sargsyan in un’intervista rilasciata al canale televisivo turco CNN-Turk.
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.