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Le responsabilità politiche di Sala sulla casa sono un macigno per Milano. Più grave di eventuali risvolti penali

Fabrizio c'è Milano

Da 2 settimane il clima politico è cambiato a Milano. Le critiche a Sala che prima si ascoltavano al bar o sul tram, si possono leggere pure  su media e giornaloni. E’ l’effetto degli  avvisi di garanzia a Sindaco e Assessore Tancredi che, d’improvviso, hanno acceso un faro sulle scelte urbanistiche e le politiche per la casa che la sinistra ha praticato in 14 anni di governo a Milano.

Certo le accuse formulate dalla Procura sono tutte da accertare e tutti gli indagati sono innocenti fino a sentenza definitiva.

Dal punto di vista politico però i nodi vengono al pettine: le responsabilità politiche delle amministrazioni di PD e sinistra che hanno retto Milano dal 2011 sono enormi . Provo a sintetizzarle.

La maggiore responsabilità è quella di non aver affiancato alle grandi  trasformazioni urbane di Milano una politica per la casa.

Il grave errore di Sala non sta nell’aver permesso di costruire i grattacieli (autorizzati in molti casi peraltro dai predecessori),  ma nel non  aver saputo garantire edilizia sociale per i ceti meno abbienti.

La città si arricchita di una architettura moderna, Milano ha attratto tanti investimenti esteri e questo ha generato lavoro. Il privato ha svolto la sua parte e perseguito i suoi interessi, il Comune no!

L’offerta di case popolari, case di edilizia convenzionata, alloggi in affitto per lavoratori che un Comune lungimirante avrebbe dovuto agevolare e stimolare, è totalmente mancata. Senza questa visione urbanistica, si è trasformato Milano in città per ricchi e lunapark per turisti: prospettive peraltro di corto respiro, perché senza lavoratori e senza mix sociale una città non può funzionare. Perché?

Il Comune, tramite i permessi a costruire, aveva e ha tutte le leve per imporre a chi costruisce di realizzare opere al servizio della comunità. Quando autorizza nuove costruzioni private il Comune può imporre di realizzare anche case popolari, edilizia convenzionata, studentati, oltre a scuole, strade parchi, etc… Questo produce un effetto calmiere sull’offerta di alloggi e sui prezzi degli affitti.

Purtroppo privilegiando le “Scia” al posto dei Piani attuativi il Comune ha rinunciato a pianificare le funzioni di interesse pubblico, ma altrettanto grave è stato l’esagerato ricorso alla monetizzazione degli oneri di urbanizzazione. Mentre le Giunte Albertini e Moratti hanno fatto realizzare a scomputo oneri tanti interventi di interesse pubblico dagli stessi operatori privati che costruivano, con la monetizzazione degli oneri praticata dalla sinistra, queste risorse si sono riversate nelle casse comunali ma poi impantanate per l’incapacità degli uffici comunali di progettare e realizzare opere in tempi civili. Senza dire della pessima scelta di utilizzare gli oneri di urbanizzazione incassati per coprire  spese correnti,  che è come vendere l’argenteria di famiglia per consentirsi nel breve spese effimere.

Per quanto sembri paradossale proprio il PD milanese si è dimenticato della dimensione sociale dell’abitare, preso com’era dalla retorica green sul consumo di suolo e dalla adorazione delle archistar! Ancor più grave è che Sindacati, ATM, opposizioni, cittadini denunciavano da almeno 7 anni l’emergenza caroaffitti e l’impossibilità di resistere in città per famiglie del ceto medio, ma nulla è stato fatto per cambiare le politiche della casa, anzi Sala ha cambiato 3 assessori alla casa in 2 anni.

Infine anche le politiche della mobilità hanno messo in difficoltà chi voleva lavorare a Milano e vivere nei comuni limitrofi, considerando che Area B  e lo stop ai parcheggi, persino quelli di corrispondenza, oltre a tempi biblici nelle costruzioni delle metropolitane, hanno penalizzato il pendolarismo che è sempre stato una valvola di sfogo alternativa per tanti lavoratori.

Ora si deve uscire da questo vicolo cieco in cui la politica miope del Pd ci ha cacciato. Milano può attingere alla capacità di rimboccarsi le mani che è tipica della cultura ambrosiana. Prima di tutto vanno attivati i controlli, in modo da avere procedure più pubbliche e trasparenti nella valutazione dei progetti come indicato nel disegno di legge Rossello. Poi occorre far ripartire l’edilizia convenzionata, cedendo in diritto di superficie aree comunali e pubbliche per tenere bassi i prezzi, agevolare la trasformazioni di uffici (sempre meno richiesti in futuro) in abitazioni per l’affitto, e coordinare a livello di città metropolitana nuova edilizia sociale anche nei comuni dell’hinterland. Infine va trovata una soluzione per le 4000 famiglie che hanno alloggi sequestrati o bloccati dalla inchiesta.

Che poi tutto ciò lo possa fare l’attuale Sindaco e l’attuale maggioranza, che pure ammette che serve discontinuità rispetto al lavoro fatto, appare  veramente utopia.

2 thoughts on “Le responsabilità politiche di Sala sulla casa sono un macigno per Milano. Più grave di eventuali risvolti penali

  1. Gentilissimo Fabrizio DePasquale concordo al 100×100 Con lei aggiungo che Dopo cercare dialogo con 4 assessori Demanio il 5 attuale ,anche dopo incontro il13/6/25 si tendeSEMPRE AL NON RISOLVERE.

  2. Questa cittá é in stato di abbandono da anni, il sindaco a sua insaputa e la sua giunta di finti ecologisti non hanno tempo di occuparsi di Milano, sono troppo impegnati a cancellare parcheggi e disegnare piste ciclabili a casaccio. Tutto grazie ai residenti dormienti che non si rendono conto della realtà e continuano a votare la stessa parrocchia……

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