In questa nuova rubrica, ci impegneremo ad andare nelle piazze e nelle periferie milanesi, ad ascoltare la voce di chi, molto spesso, viene dimenticato troppo facilmente dai piani alti del potere. Abbiamo iniziato con Lambrate, grazie a Ferdinando, un residente della zona che da anni non ne può più della situazione che si è creata nel suo quartiere.
- Quali sono i principali problemi di Lambrate?
«Ce n’è sono tanti, e sono iniziati negli anni ‘80. Alla sera la situazione è terribile. Alcune persone vanno a lavarsi direttamente nell’unica fontana davanti alla stazione, spostandosi poi in piazza Gobetti. La maggior parte di queste persone sono extracomunitarie.»
- Anche piazza Gobetti è nel mirino di queste persone?
«Certamente. Lì, oltre al degrado e al bivacco, c’è da denunciare anche un problema legato all’inquinamento acustico. Da un po’ di tempo, un gruppo di sudamericani si sta appostando in questa piazza con un impianto stereo, creando rumore fino a tarda notte. Il loro obiettivo non è quello di fare musica, piuttosto quello di dimostrare che quella piazza è di loro proprietà. È capitato anche che scoppiassero risse tra di loro»
- Secondo lei, il sindaco Sala ha delle colpe?
«Le colpe sono specialmente della giunta. Il Comune dovrebbe dispiegare più poliziotti lungo le strade e autorizzare i pattugliamenti di volontari in giro per Milano.»
- Lei si sente sicuro a Milano?
«Più o meno. La situazione più critica è quella legata ai mezzi pubblici. Soprattutto in tarda serata, i tram e le metro diventano pericolosi. E la paura colpisce in maggioranza le donne, che sono più esposte al rischio rispetto agli uomini.
- C’è un episodio che l’ha riguardata direttamente?
Sì. 20 anni fa sono stato minacciato di morte. Sempre in questa zona, in pieno giorno, da una persona che si fingeva un impiegato delle poste. Mi disse: «Sono autorizzato a ucciderti». Poi ho denunciato e per fortuna, quell’uomo è stato arrestato. Però, per concludere, la situazione è problematica ormai da molto tempo.»