Da Milano una canzone per i cristiani di Gaza… passando da Los Angeles

Cultura e spettacolo Video

SPEZZIAMO LE CATENE DELLA GUERRA

Di Claudio Bernieri

Le chitarre milanesi  vanno da oggi  in aiuto e in solidarietà con padre Gabriel Romanelli, 56 anni, nato a Buenos Aires da famiglia di origine italiana : Gabriel  è il sacerdote di cui tutti parlano,  ferito alla gamba da un colpo di cannone. Da trent’anni  padre Gabriel vive in Medio Oriente ed è il parroco della chiesa latina della Sacra Famiglia a Gaza, un punto di riferimento per la piccola comunità cristiana  palestinese della Striscia. Figura instancabile di mediazione e solidarietà, padre Romanelli è noto in  tutto il mondo  per il suo impegno a favore del dialogo interreligioso e per l’assistenza ai civili durante le fasi più dure del conflitto.  Ma è stato ferito  durante un attacco  contro la sua chiesa da parte di un carro armato israeliano:  due colpi di cannone, pare  arrivati per errore.

Una canzone potrebbe aiutare Gabriel e la sua comunità ? Ma una  semplice canzone può aiutare la pace ?

Il Giubileo finora non ha fermato la guerra a Gaza. E da questa triste evidenza inizia la nostra storia.

Mariella Restuccia, della dinamica casa discografica milanese Musitalia, si entusiasma al progetto:  creare una canzone  contro la guerra  ma non retorica, insolita, post moderna: da  mandare a Gaza. Sulla pace, sulla speranza nata in una vecchia locanda di Gaza

Rune (Monica Giudice)

che ricorda Nazareth. Alcuni musicisti di Milano si mettono  rapidamente all’opera. La musica, già trascinante, grazie alla chitarre di  Mario de Taranto e alla post produzione dell’arrangiatore, noto in tutto il mondo, Antonio Summa, è pronta in un pomeriggio.

Oggi canzone ha una sua storia: che ora pare possa dare una risposta (dopo Bob Dylan) a questo storico quesito. Può la musica contribuire alla pace?

L’idea del testo di questa canzone  è partita da quell’antico e autorevole laboratori di idee che è la rivista Civiltà Cattolica, dove padre Antonio Spadaro forgiò all’inizio del pontificato di papa Francesco una desolante definizione per descrivere lo stato  generale del pianeta: un grande ospedale da campo.

E poi arrivò il Giubileo.  La speranza.  E la tragedia di  Gaza.

E’ primavera; composto testo (in inglese) e musica, la canzone decolla. La cantante Arianna, dalla sua bottega di mercerie a Rho, ha  una idea:  proporla a Caterina Caselli.. Poi a Filippo Sugar,  e a Bocelli. Una ballata country ispirata  allo stile  di Nashville, una ballad  per raccontare una favola e la speranza del Giubileo

Dice il testo in inglese: in una locanda di Gaza  una sera arrivarono dei viandanti musicisti e raccontano di un re …e poi spezzarono del pane e il vino. Chi  erano?

L’autrice del video, Kelly Boesch da Los Angeles

E cosa dissero ad altri stupefatti viandanti? “Lascia l’autostrada, segui  il sentiero... non senti che ti chiama il Giubileo? ”

E  si arriva  a giugno. Il cantante confidenziale Pino D’Isola anticipa il giudizio di Bocelli, si  innamora del pezzo, dapprima ne fa una versione in stile “liscio”, ne modifica il ritornello, e poi ripropone a Monica Giudice, in arte Rune, cantante anglo milanese, la

ballata  in  inglese. Nasce cosi una ballad pop  (rigorosamente  no profit) che coinvolge a Los Angeles la più celebre artista di AI al mondo, la californiana Kelly Boesch, artista del web, famosa designer, leader riconosciuta mondiale della AI revolution. E buddista. Il risultato? Un video musicale zen, post moderno, che entusiasma padre Spadaro. Certo, una canzone lontana dalle vocazioni liturgiche della Cristian Music o dal genio  di  Pierluigi da Palestrina… Il video di Kelly  viene  realizzato  a Los Angeles, ispirato dalle banlieu  giovanili:  un ospedale da campo in stile “pop- caravaggesco” .

Siamo agli inizi di luglio… Complimenti, dice padre Spadaro ai musicisti, video bellissimo. Un video  interamente realizzato con l’intelligenza artificiale  che  in rete  è diventato un modello. Ed ora?

Tutti hanno lavorato gratuitamente al progetto che ora vede la luce. Il fine è aiutare la parrocchia di Gaza. Sant’Agostino, ex maranza algerino, metà maghrebino metà milanese, diceva che chi canta prega due volte, ci spiega Rune. Il sogno di Monica, in arte RUNE , è ora quello di cantare il pezzo a Castelgandolfo davanti a papa Leone. E si rivolge a padre Alejandro Moral, superiore degli agostiniani e amico personale del papa: “Padre, facciamo una sorpresa a papa Leone?  Dedichiamogli questa canzone . Ed in “zoom”, mandiamo The giubilee ai cristiani di Gaza e a don Romanelli, parroco della locale chiesa, ferito  in un bombardamento. Con i nostri auguri”

“Ecco la storia di una  ballata pop che invoca la pace. E  che  talvolta, emozionando gli ascoltatori,  vale i doppio di  una semplice preghiera: come diceva Agostino” ci dice Mariella.

La canzone avrà un seguito? La ascolteranno a Gaza tra le bombe ? Verrà eseguita  al Giubileo dei giovani previsto a fine luglio sul palco di Tor Vergata, con un milione di presenze? Ecco in anteprima per i nostri lettori la canzone per Gaza.

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