Petrini vorrebbe ogni Africano povero in Europa

Attualità

Da Repubblica, citiamo e leggiamo in silenzioso stupore:

Si sente spesso parlare, purtroppo, dell’assurda necessità di distinguere tra chi migra per motivi economici e chi invece fugge dalla guerra. È una distinzione inutile oltre che stupida, perché noi non possiamo arrogarci il diritto di quantificare la disperazione delle persone. Nessuno migra se non per estrema necessità, ed è nostro dovere guardare con amorevolezza e benevolenza, oltre che con enorme rispetto, a queste persone. 

Carlo Petrini e Dario Fò

Ecco allora che la manifestazione di Milano di domani, Insieme Senza Muri, sarà un’occasione per praticare un’umana comprensione nell’accezione che ne dà Edgar Morin: “I nemici della comprensione sono l’indifferenza, il disprezzo, l’odio. La comprensione comporta il riconoscimento e il sentimento di una umanità comune con gli altri, e nello stesso tempo il rispetto della loro differenza” (Carlo Petrini).

Ah. Cioè, capiamoci. Esiste un diritto a migrare per motivi economici? Siamo arrivati dalla non punibilità alla meccanica ed automatica applicazione di un non ben identificato privilegio. Sì, chiariamolo. Il termine diritto è abusato. La storia di questa follia è allucinante. In principio erano quelli che venivano qui a lavorare. E si contrapponevano a quelli che venivano qui a delinquere.

Sono passati due decenni. Adesso abbiamo quelli che vengono qui a dichiararsi rifugiati ed a godersi due anni di vacanza, contro quelli che davvero fuggono da una guerra. La sinistra estrema, quella del bio food, della decrescita felice (per loro), vuole che questi ultimi siano parificati ai primi e tutti e due i gruppi siano accolti. E chissenefrega dei numeri, dei soldi, delle periferie, dei poveri che già abbiamo. Tanto quelli non li votano nemmeno più. L’importante è importare nuovi disperati, sperando di far fuori i vecchi disperati. E sostituirli con i rifugiati della Montello, che marciano a comando. Una visione allegrissima, non trovate?

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