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Flop del Car Sharing: l’auto condivisa non piace più!

Milano

Il car sharing a Milano e in Italia attraversa una fase di forte difficoltà.

Dopo anni di espansione, il settore mostra segnali di rallentamento e ripensamento dei modelli di business. Zity ha deciso di lasciare Milano, Enjoy (Eni) ha cambiato strategia e, secondo indiscrezioni, avrebbe valutato la vendita di Free2move, segno di un comparto che non riesce più a garantire redditività. Lo scrive oggi MilanoFinanza.

Zity, parte del gruppo Renault tramite la piattaforma Mobilize, ha comunicato ai clienti che il car sharing non è risultato sufficientemente redditizio. A pesare sono soprattutto i costi elevati: manutenzione, pulizia, rifornimenti o ricariche, danni e vandalismi, a cui si aggiungono premi assicurativi molto alti e regolamenti comunali onerosi. Secondo Assosharing, a Milano ogni veicolo genera perdite per circa 400 euro al mese. I canoni comunali incidono in modo rilevante: circa 45 euro mensili per ogni auto elettrica e 175 euro per quelle endotermiche.

Dal 2023, inoltre, spiega MF, il regolamento milanese impone che le nuove auto siano solo elettriche, ma queste hanno costi operativi superiori rispetto a quelle tradizionali. Tutto ciò rende difficile mantenere e ampliare le flotte. Free2move ha segnalato agli utenti la necessità di incentivi strutturali e di politiche pubbliche che sostengano domanda e offerta. Fino a poco tempo fa a Milano operavano quattro servizi di car sharing (Enjoy, Drivalia, Zity e Free2move), ma due di questi hanno già abbandonato o ridotto fortemente l’attività nel free floating, ovvero il noleggio libero in città. Zity ha chiuso il servizio il 18 gennaio, indirizzando gli utenti verso Mobilize, che però offre solo affitti a tempi e prezzi fissi. Enjoy, dal 12 gennaio, rende disponibili i veicoli solo presso gli Enjoy Point e non più in modalità libera.

Anche Free2move, che nel 2024 ha inglobato Share Now, aveva dichiarato di aver raggiunto la redditività nel 2021 e registrato una crescita annua del 99% tra 2021 e 2024, ma il quadro generale resta complesso. Mentre i grandi gruppi automobilistici fanno un passo indietro, emergono operatori più piccoli e specializzati.

A Milano è nata Wayla, una startup che propone un servizio di van pooling: minibus prenotabili via app, con percorsi condivisi. L’azienda ha iniziato con cinque van, oggi ne ha dieci e punta ad arrivare a dodici. L’obiettivo è consolidare Milano e la Lombardia, avviare collegamenti serali verso Malpensa e Orio al Serio e poi espandersi nelle principali città italiane. Nel frattempo, anche il settore della micromobilità è in difficoltà.

Bolt ha sospeso il servizio a Milano per risultati inferiori alle attese e Firenze ha bloccato il monopattino sharing. Nonostante ciò, alcuni operatori mostrano dati positivi: Lime ha chiuso il 2024 con ricavi per 686 milioni di dollari e redditività in crescita, mentre Dott ha ottenuto un importante finanziamento.

Il quadro complessivo mostra quindi una mobilità condivisa in fase di ristrutturazione, tra uscite di scena, nuovi modelli e la necessità di un maggiore sostegno pubblico per garantire sostenibilità economica e continuità dei servizi.

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