Gli italiani continuano ed emigrare, sempre di più e dagli ultimi dati dell’ultimo rapporto “Italiani nel mondo 2025”, presentato l’11 novembre scorso a Roma da Fondazione Migrantes, ha riportato che ci sono più italiani che vivono in paesi stranieri, che stranieri che vivono in Italia.
Da gennaio a dicembre 2024 riassume il Fatto Quotidiano, si sono iscritti all’anagrafe italiani residenti all’estero altri 123mila italiani. Italiani che non sono andati a fare i turisti per poi rientrare in patria, no! Sono italiani che si sono proprio trasferiti all’estero. Questo fatto è in aumento rispetto al 2023, 34.000 persone in più per la precisione sono state registrate.
Questi italiani sono prevalentemente i giovani adulti – la parte produttiva del paese per intenderci – nella classe che va dai 18 ai 34 anni; in cui si rileva un +48% rispetto l’anno precedente, a cui unire il +38,5% della fascia che va dai 35 ai 49 anni.
Le partenze giovanili crescono principalmente per motivi di lavoro e opportunità professionali e quasi tutti restano comunque in Europa, il 73% per la precisione, vale a dire quasi 91.000 italiani. Gli altri 23.000 espatriano oltre Oceano, nel Sud America e non negli Stati Uniti come si potrebbe credere.
Dai dati emerge fra tutti un dato, che forse dovrebbe preoccupare molto più, ed è quello del numero degli italiani all’estero che risulta essere maggiore rispetto il numero di stranieri in Italia. Oggi gli italiani residenti all’estero sono 6,4 milioni, mentre gli stranieri in Italia sono 5,5milioni. In pratica siamo più noi a invadere il mondo, che il mondo che viene da noi. E se pensate che sia solo il Sud ad emigrare (come da prassi) vi sbagliate. La Sicilia si conferma sì la regione con la comunità di residenti all’estero più numerosa (844 mila), ma sul podio seguono due regioni del Nord: la Lombardia (690 mila) e il Veneto (614 mila).
Il nostro paese si sta svuotando, l’Italia resta un enorme casa di riposo a cielo aperto, i giovani laureati se ne vanno all’estero e chi resta non fa figli. Sta tutto qui.
Sicuramente bisognerebbe risolvere un problema per volta, ma si dovrebbe partire per certo dai giovani laureati che se ne vanno. Perché questi giovani sono ragazzi e ragazzi cui lo Stato Italiano ha investito e speso centinaia di migliaia di euro per farli studiare, laureare, masterizzare e specializzare, tutto per la loro formazione. L’Italia in pratica spende miliardi per formarli e quando questi sono pronti a lavorare ed essere quindi il profitto di questo paese, loro sono pronti ad arricchire altri paesi che, per la loro formazione hanno speso zero euro. Ed è cosi che l’Italia arricchisce il mondo sì, ma non arricchisce se stessa.