Max Falsetta Spina, l’ideatore della “Fotografia Parametrica”, ovvero lo scatto che diventa scultura, protagonista dell’NFT.NYC 2025

Cultura e spettacolo

Il più grande evento NFT, sia negli U.S.A. che nel mondo, soprannominato il “Superbowl degli NFT”, si svolge ogni anno, dal 2018, a Times Square, il cuore pulsante della City di New York. L’edizione 2025, che si è appena conclusa, ha attratto migliaia di persone da ogni parte del globo e ha visto una partecipazione di artisti molto ampia. Ne parlano numerose testate prestigiose, tra cui The New York Times e il Forbes, che ne sottolineano l’importanza per adesione e qualità. Times Square, per l’occasione, si trasforma in un museo a cielo aperto: giganteschi pannelli luminosi con gli NFT animano la piazza, che si riempie magicamente di visitatori. Le opere, esposte anche nello spazio della Galleria degli Artisti, sono suddivise per sezione. Inoltre, durante i giorni dell’evento, si svolgono sessioni approfondite con speaker di rilievo, e dibattiti su ambiti specifici. Quest’anno si è discusso di intelligenza artificiale, arte, bitcoin e altro ancora.

“Metropolis”

Per la sezione fotografia, ha suscitato particolare interesse l’opera “Metropolis” dell’artista italiano Max Falsetta Spina, che si era già distinto nelle due edizioni precedenti. Nel 2023 aveva partecipato all’evento, esponendo su dei monitor la vista centrale di Times Square della serie “Prospective”, che ad oggi conta 366 immagini finite, non solo di New York, ma anche delle più importanti città del mondo (Milano, Roma, Parigi, Londra, Francoforte, Barcellona, Mosca, Shangai, New York, Miami).  Nel 2024 aveva portato l’opera “Homo Ergaster”, un’ingegnosa rielaborazione di un’immagine realizzata con l’intelligenza artificiale 

“Metropolis” è la fotografia parametrica selezionata per l’edizione 2025. Grande conoscitore di New York, in virtù dei suoi numerosi soggiorni per lavoro, occupandosi di scenografie per grandi firme della moda, Max Falsetta Spina è rimasto stregato dalla City e l’ha immortalata da numerosi punti di vista. “Metropolis” scaturisce da uno dei punti prospettici più affascinanti di NYC: l’ingresso alla City, affacciata sull’oceano, dal ponte di Brooklyn. Uno scatto suggestivo, in bianco e nero, del 2015, in cui risalta lo sfavillio delle luci nell’oscurità della notte e la diagonale del mitico Ponte. Dall’originale, l’artista ha poi ottenuto il suo simmetrico e ha unito le due immagini con la City al centro, punto di fuga delle due diagonali formate dal Ponte stesso. Ecco “Metropolis Prospective”, la costruzione fotografica del 2020 che Falsetta Spina svilupperà in un meticoloso studio sulle possibili prospettive, fino alle 366 immagini attuali di “Prospective”. 

“Metropolis”, la fotografia parametrica presente all’NFT.NYC 2025, è stata mostrata sia in 2D che nella sua versione tridimensionale, elemento che caratterizza la stessa fotografia parametrica. All’immagine in due dimensioni, percorsa da linee vettoriali predisposte per la piegatura, l’artista ha dunque affiancato la scultura ottenuta piegando l’immagine lungo le linee vettoriali che vi sono impresse. La scultura è stata in mostra in un video montato appositamente per questo evento, nel quale ruota su se stessa in modo che sia visibile a 360 gradi, con una straordinaria novità: l’accompagnamento sonoro di una canzone composta in digitale dallo stesso artista, dal titolo It will never stop! “Perché l’arte – come afferma l’autore – non si fermerà mai!” 

L’origine della Fotografia Parametrica

L’idea ha origini lontane e risale al 2001-2003 quando l’allora giovanissimo artista, appassionato di fotografia e tecniche fotografiche fin da ragazzino, faceva i suoi primi esperimenti in camera oscura. Giocando con l’etimologia del termine “fotografia”, ovvero “scrittura di luce”, un significato già di suo di grande charme, ribalta il punto di vista e interpreta la fotografia come “scrittura sull’immagine fotografica”. Incomincia così a praticare incisioni sulla stampa che diventano veri e propri solchi. L’emulsione superficiale della tradizionale carta fotografica politenata, in tal modo, viene rimossa, lasciando a nudo il bianco del colore originario della carta stessa. Si ottiene quindi un’immagine attraversata da righe bianche, opportunamente studiate per fungere da linee di piegatura, un po’ come nei modelli di cartoncino dei poliedri. Queste linee di piega tracciate sulle fotografie bidimensionali secondo criteri di simmetria e specularità sono i parametri vettoriali da seguire per dare origine a un oggetto tridimensionale: lo scatto in 2D si trasforma in una scultura vera e propria. Con questo procedimento di piegatura, Max Falsetta Spina realizza la sua prima scultura fotografica nel 2007, una vera rivoluzione nella storia della fotografia.

Uno sperimentatore appassionato di tecniche fotografiche non poteva certo fermarsi qui. L’avvento del digitale gli offre uno strumento potente per scatenare tutta la sua curiosità e fantasia. Grazie all’utilizzo dei nuovi software di grafica, Falsetta Spina espande la sua idea originaria al massimo grado, ottenendo dai suoi scatti ogni versione simmetrica e speculare possibile, a cui attinge per realizzare composizioni prospettiche complesse di grande effetto. Con i nuovi software, sostituisce alle linee realizzate manualmente, vettori digitali per la piegatura. Se l’idea di fondo è la stessa dell’analogico, i risultati ottenuti con questa tecnologia digitale sono strabilianti, anche grazie al particolare materiale scelto dall’artista, che nel frattempo l’azienda tedesca 3A Composites ha immesso sul mercato. Si tratta del DIBOND®, un pannello composito formato da due strati di copertura in alluminio di 0,3 mm di spessore e da un’anima in polietilene o minerale. Robusto e al tempo stesso dotato di grande flessibilità, il DIBOND® è il materiale perfetto per le fotografie parametriche di Max Falsetta Spina perché si presta ad essere piegato con facilità e regge alle intemperie, il che lo rende adatto anche a sculture fotografiche per esterni. Inoltre, si può scegliere la finitura, cosa che fa la differenza perché l’artista opta per la finitura a specchio, liscia e luccicante, e quando stampa le sue immagini complesse per realizzare le sue sculture fotografiche, lascia appositi spazi “vuoti”, con la finitura a vista. Il risultato è un’opera in continuo divenire perché rimanda le immagini di tutto ciò che le ruota attorno: persone, veicoli, edifici. L’interazione con l’intorno ambientale è continua: l’opera accoglie tutto e muta insieme al flusso della vita circostante che ne diventa parte integrante. Ciò avviene anche con “Metropolis”, esposta in precedenza alla Design Week a Milano, in cui lo spettatore entra nell’opera d’arte e questa si lega con la polis che le ruota intorno. Non la snobba, non la provoca. Al contrario si pone come elemento di arredo urbano che intesse una relazione con tutto il suo “intorno ambientale”, fatto di architetture, paesaggi, uomini e mezzi mobili. Qui sta il suo significato simbolico, nel senso etimologico del termine, di “mettere insieme”, “unire”, “armonizzare” e qui sta anche il suo grande valore civico. L’opera si rivolge alla città, sia che la si scelga per uno spazio privato che per una pubblica piazza. 

Le opere di Max Falsetta Spina sono tutte certificate in NFT e si possono reperire al seguente link: maxfalsettaspina1.nft.nyc

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