Pride, Romano (Brigata Ebraica): Non parteciperemo, parole generano violenza

Milano

 “Purtroppo quest’anno per la prima volta nella mia vita non potrò partecipare al Pride di Milano con i miei amici perché si autorizza l’uso di termini che mettono a rischio di aggressioni la comunità ebraica, ed in particolare gli ebrei LGBTI. Sono recenti le contestazioni a “Keshet Europe” (associazione che raggruppa ebrei LGTBI europei) a Roma contro cui hanno gridato “assassini” e “terroristi”, così come il rifiuto alla partecipazione di Keshet Italia (sezione italiana di Keshet Europe) con le bandiere arcobaleno con la stella ebraica da parte del Toscana Pride. Perché tutto questo odio verso gli ebrei LGBTI?” Così Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica.

“E’ assurdo che proprio chi giustamente presta molta attenzione alle parole che generano violenza – prosegue -, non si preoccupi di usare un termine grave come “genocidio“. Una parola che notoriamente aizza l’antisemitismo che va a colpire tutti i cittadini italiani di religione ebraica. Il documento politico del Pride milanese parla infatti di: “genocidio documentato perpetrato dal governo israeliano in Palestina”. Sono il primo a essere solidale con tutte le vittime innocenti di Gaza. Ma l’utilizzo del termine “genocidio” è pericoloso, oltre che menzognero. Non lo ha mai usato nessuna personalità istituzionale autorevole della nostra Repubblica: non la premier Meloni, non il presidente della Repubblica Mattarella, né tanto meno la leader dell’opposizione Elly Schlein o la piattaforma della manifestazione pro Gaza del 7 giugno. Anche la senatrice Liliana Segre ha rigettato quel termine orribile.

Mi spiace, non possiamo partecipare a un Pride che fa proprio il linguaggio dei violenti e di chi perseguita le minoranze: siano esse ebraiche che LGBTI. Ricordo infatti che parlano di genocidio in Palestina gli ayatollah iraniani, Hamas, Hezbollah, Houthi e tutti coloro che torturano e impiccano le persone in quanto LGBTI. Io resto dalla parte delle minoranze, tutte. Sempre. Il Pride Milano invece, da che parte sta?”.

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