La Lombardia conferma la sua eccellenza negli screening oncologici. Pap test e HPV test: gli esami che salvano la vita delle donne milanesi
Milano e la Lombardia si confermano all’avanguardia nella prevenzione dei tumori ginecologici, grazie a una rete sanitaria efficiente e a programmi di screening che rappresentano un’eccellenza italiana. I numeri del 2024 testimoniano l’importanza cruciale di controlli regolari per la salute femminile.
I numeri del tumore della cervice uterina
In Italia, ogni anno si registrano circa 2.500 nuovi casi di tumore del collo dell’utero, rappresentando l’1,3% di tutti i tumori diagnosticati nelle donne. La buona notizia è che la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è del 68%, un dato in costante miglioramento grazie ai progressi nella diagnosi precoce e nei trattamenti.
La Lombardia si distingue per l’eccellente organizzazione dei programmi di screening: nel 2022, la regione ha raggiunto una copertura degli inviti superiore alla media nazionale, con un’adesione che si attesta tra le più alte d’Italia. Un risultato che conferma l’efficacia del sistema sanitario lombardo nella prevenzione oncologica.
L’HPV: il nemico silenzioso
Nel 90% dei casi, il principale responsabile del tumore del collo dell’utero è l’infezione da Papilloma Virus Umano (HPV), che si trasmette principalmente per via sessuale. Contrariamente a quanto molti credono, l’uso del preservativo non protegge completamente dall’infezione, poiché il virus può essere trasmesso anche attraverso il contatto con regioni della pelle non coperte dal profilattico.
Altri fattori di rischio includono l’attività sessuale precoce, la presenza di altre infezioni sessualmente trasmissibili come la clamidia, l’uso prolungato della pillola anticoncezionale in presenza di infezione da HPV, la familiarità per tumori ginecologici, un’alimentazione povera di frutta e verdura e il fumo di tabacco.
Due tipi principali di tumore
I tumori della cervice uterina si classificano principalmente in due categorie.
- Il carcinoma a cellule squamose rappresenta oltre il 75% dei casi e deriva dalle cellule che rivestono la superficie dell’esocervice.
- L’adenocarcinoma, che costituisce il 10-15% dei casi, origina invece dalle cellule ghiandolari dell’endocervice. Esistono anche forme miste, chiamate carcinomi adenosquamosi, che rappresentano il 3-5% dei casi.
La rivoluzione dello screening
La Lombardia è in prima linea nell’innovazione diagnostica. Il sistema sanitario regionale ha avviato la graduale sostituzione del tradizionale Pap test con l’HPV test per le donne dai 30 ai 64 anni, mantenendo il Pap test per le donne tra i 25 e i 29 anni.
Questa transizione rappresenta un significativo passo avanti: l’HPV test è più sensibile del Pap test e può essere ripetuto ogni cinque anni anziché ogni tre, riducendo il numero di controlli necessari senza compromettere l’efficacia preventiva. A livello nazionale, nel 2022 il 60,4% delle donne è stato invitato allo screening con HPV test, una percentuale in costante crescita.
Le raccomandazioni per i controlli
Gli esperti raccomandano controlli ginecologici regolari secondo un calendario preciso:
- Visite ginecologiche: almeno una volta all’anno a partire dai primi rapporti sessuali, fondamentali per la prevenzione e per ricevere informazioni su contraccezione e malattie sessualmente trasmissibili.
- Screening cervicale: Pap test ogni tre anni per le donne dai 25 ai 29 anni, HPV test ogni cinque anni per le donne dai 30 ai 64 anni.
- Controlli al seno: ecografia mammaria dai 20 ai 40 anni, mammografia annuale sopra i 40 anni, seguendo le indicazioni dei programmi di screening regionali.
- Gravidanza: in caso di gestazione senza complicazioni, visite ostetriche ogni 4-6 settimane.
L’importanza della diagnosi precoce
I dati parlano chiaro: la diagnosi precoce fa la differenza. Il processo di trasformazione da infezione HPV a tumore invasivo richiede generalmente 10-15 anni, un tempo più che sufficiente per intercettare eventuali lesioni precancerose e intervenire efficacemente.
Nelle donne che si sottopongono regolarmente ai controlli, il tumore della cervice uterina è quasi sempre prevenibile. Le lesioni precancerose, se identificate tempestivamente, possono essere trattate con successo, evitando l’evoluzione verso forme invasive.
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Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.