Prima milanese per Ti ho sposato per allegria, la brillante commedia di Natalia Ginzburg, un testo che, con ironia e profondità, continua a interrogare il pubblico sulle dinamiche dell’amore e della vita di coppia. La regia è di Emilio Russo e il cast vede protagonisti principali Giampiero Ingrassia e Marianella Bargilli, comprimari Lucia Vasini Claudia Donadoni (anche assistente alla regia) e Viola Lucio.
Ti ho sposato per allegria è la prima delle undici commedie di Natalia Ginzburg che la scrive nel 1965, due anni dopo avere vinto il Premio Strega con il suo capolavoro Lessico Famigliare. Come in quasi tutta la sua produzione, affronta temi eterni come l’amore, le relazioni, le madri, la morte, la diseguaglianza sociale. E ancora una volta ne parla quasi senza parlarne, raccontando storie in apparenza semplici e familiari con la lingua concreta di tutti i giorni.
Note di regia
La commedia non è buonista, né consolatoria. La Ginzburg scrive questa sua prima commedia nel ’65, un’epoca segnata da cambiamenti straordinari, che poi, dopo pochi anni, esploderà nella rivolta, nelle conquiste sociali, nello scontro generazionale, nello scontro di genere, nello scontro politico. Da intellettuale militante e femminista non può (come d’altronde in tutta la sua opera e la sua vita) che occuparsi di questo cambiamento che sente sottopelle e vede nei comportamenti e nelle strade. Ma lei lo fa con leggerezza, fa volare in cielo parole tabù come aborto e divorzio, facendo capire al pubblico borghese dei teatri dell’epoca che queste saranno conquiste inevitabili, che indietro non si torna (per il divorzio ci vorranno ancora una decina d’anni, per l’aborto quindici).
Ti ho sposato per allegria è un testo comico? Sicuramente, anche irresistibile, ma non nella misura dell’intreccio, che non c’è per niente, e nemmeno nelle gag o battute spiritose, che non ci sono. Lo è per quel suo ritmo da commedia, nei dialoghi molto efficaci e nella narrazione dei personaggi assenti e assurdi, ma anche molto concreti e riconoscibili da ognuno.
La stessa Ginzburg della sua prima commedia ha detto: “Ero molto triste e poi scrivendo è venuta fuori una cosa allegra.”
Ecco, forse, è un’indicazione abbastanza opportuna. L’allegria deve venire quasi da sola, così come la comicità, tra le pieghe di una storia ricca di sfumature tra disincanto e tenerezza, il tutto miscelato con una certa dose di nostalgia, forse anche di rabbia per un mondo che non è poi andato così come doveva andare.
Per questo sono convinto che non sia opportuno modificare, adattare o tanto meno modernizzare il testo. Sono convinto che vada contestualizzato a quella metà degli anni ’60 – così lontani e così vicini – e far risuonare parole e situazioni al cuore e all’intelligenza del pubblico del tempo presente. Emilio Russo
Teatro Menotti
Via Ciro Menotti 11, Milano – tel. 0282873611 – biglietteria@teatromenotti.org
Acquisti online:www.teatromenotti.org/evento/ti-ho-sposato-per-allegria.aspx
Orari Spettacoli
Dal martedì al sabato ore 20
Domenica ore 16.30
Lunedì riposo
Assistente alla regia Claudia Donadoni

Giornalista professionista fin da giovanissima inizia scrivendo di moda, attualità e costume su Cosmopolitan e Capital. Dal 1997 al 2022 è redattore al Sole24Ore coltivando in parallelo la passione per le storie legate al food&wine.
Scrive per l’Associazione Professionale Cuochi Italiani, gira l’Italia con la troupe di Gustochannel e dal 2011 fino al maggio 2017 è stata Vicedirettore di Italia a Tavola.