La Milano verde sfiducia l’Assessora Elena Grandi

Milano

Tanto tuonò che piovve. Il soviet degli alberi ha fatto una riunione: primo punto, sfiduciare la Grandi, rea di amare Sala più degli alberi e complice del Salva Milano. Stabilita la linea da seguire, gli amici del (Fanta)bosco hanno preso carta (riciclata) e penna (in bambù) e scritto un duro proclama che chiede appunto all’Assessore di lasciare. Troppa distanza c’è, per i firmatari, tra la linea d’azione di una Giunta che ha fatto costruire, secondo loro, troppo e le idee espresse in campagna elettorale.

Bonelli l’ha presa molto male e ha difeso la Grandi, che non avrebbe portato in giunta atti relativi al Salva Milano. E ben strano sarebbe stato il contrario, visto che si tratta di una norma Parlamentare e che la Giunta non c’entra nulla. Così come, almeno secondo i magistrati, nulla sarebbe entrata manco prima. Non essendoci indagati politici, la colpa sarebbe, per i PM, solo dei tecnici comunali. Tutto torna, quindi. Nessuna responsabile politica nella vicenda, perché è un tipico e importante caso, di massima irresponsabilità politica.

Sarà. Io continuo a pensare che invece qui la responsabilità politica sia altissima: i tecnici hanno applicato una versione del diritto urbanistico che non si sono sognati la notte. A Milano non è vero che si costruisce troppo, semmai il contrario. È che la politica ha abdicato alla fatica di programmare, in favore di una deregulation. Che, come ogni deregulation ha funzionato benissimo, ma che non era prevista nel sistema. In sostanza, qui magari non ci sono o non ci saranno reati, ma c’è una altissima responsabilità politica.

E la responsabilità si integra nell’essersi (per i Verdi o sfumature del caso) girati costantemente dall’altra parte. Mentre per i liberal di maggioranza di non aver avuto il coraggio di dire che Milano o cresce in verticale o muore. Per farlo avrebbero infatti dovuto riconoscere che aveva ragione Albertini e le loro critiche erano state strumentali. Inutilmente strumentali. Adesso restano solo comitati giustamente disgustati, Bonelli che canta Celentano in Aula e una città che non ha alcun bisogno di essere salvata governata da un centrosinistra che non può essere salvato.

Nemmeno da Tonio Cartonio e tutti gli altri fanta amici del Fantabosco.

1 thought on “La Milano verde sfiducia l’Assessora Elena Grandi

  1. ”Milano o cresce in verticale o muore”
    Perché? Milano muore se soffocata da grattacieli abusivi, se i suoi cittadini non hanno alternative abitative economiche, se le case popolari sono mantenute fatiscenti, se le strade si restringono e i parcheggi spariscono. Una giunta di collusi con i palazzinari che sventolano sulle pudenda e la foglia di fico dei verdastri.

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