Doveva amministrare Milano un Sindaco green per constatare l’abbattimento degli alberi e l’incuria in genere per il verde…Certamente i milanesi reagiscono, ma senza alcun risultato.
Sono circa 2.500 le firme raccolte in pochi giorni per salvare gli alberi del giardino Lea Garofalo dall’abbattimento per i lavori per la nascita della seconda piramide di Herzog che, in porta Volta, ospiterà il nuovo Museo della Resistenza. “Quattro grandi tigli pluridecennali, il glicine storico del Circolo degli Ex Combattenti di Piazza Baiamonti, un grande nespolo e altri alberi che sono parte integrante del paesaggio del quartiere Sarpi-Garibaldi e del giardino comunitario dedicato alla testimone di giustizia Lea Garofalo, potrebbero essere abbattuti tra poco più di un mese”, si legge nella petizione online, pubblicata su change.org e lanciata da Giardini in Transito – Giardino Comunitario Lea Garofalo.
“Ben 11 alberi dovranno essere sacrificati, non per una loro inconciliabile interferenza con gli spazi del futuro museo ma piuttosto perché in fase di progettazione non si è data importanza agli elementi naturali presenti sul sito”, sostengono i promotori della petizione. “A maggio inizieranno i lavori, abbiamo davvero poco tempo per chiedere al Comune di Milano di rivedere il progetto – si legge nella petizione – introducendo le poche modeste modifiche necessarie, nell’interesse di tutti i cittadini e di un ambiente naturale urbano, nel valore di preservare ogni singolo albero sano, ogni singolo metro quadrato di verde disponibile”.
“Salviamo il meraviglioso glicine e i 4 grandi tigli di piazza Baiamonti – commenta anche il consigliere dei Verdi, Carlo Monguzzi -. Lì sorgerà l’altro pezzo della piramide di Herzog, malgrado il mio emendamento al pgt che chiedeva che l’area rimanesse verde. Abbiamo fatto un sopralluogo con Franco Beccari di Legambiente e chiediamo che il cantiere risparmi glicine e tigli che sarebbero molto laterali. È possibile. Evitiamo cose sconsiderate come il trapianto che non avrebbe alcun senso e utilità”.
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