La toccante testimonianza della professoressa Alessandra Bortolotti che era stata sua compagna di classe
ConsigliaMI è un progetto del Comune di Milano che coinvolge diverse scuole nel territorio. Grazie al progetto sono stati istituiti i Consigli di Municipio dei Ragazzi e delle Ragazze, tramite i quali gli studenti delle Scuole Secondarie di I grado della città hanno deciso e portato avanti piccoli progetti con azioni pratiche per sensibilizzarli ad essere dei cittadini responsabili e attivi.
È con questo spirito che la scuola IC Milano Spiga ha proposto lo scorso anno la candidatura dell’ambasciatore Luca Attanasio al fine di essere ricordato nel Giardino dei Giusti di Milano. Oggi gli alunni rappresentanti del Progetto ConsigliaMi della scuola parteciperanno alla cerimonia e potranno avere una maggiore consapevolezza e un profondo rispetto di sé, degli altri e anche dell’ambiente che li circonda.
Riportiamo a tal proposito la toccante testimonianza della Professoressa Alessandra Bortolotti, che lo conosceva fin dai tempi in cui erano compagni di classe:
“I miei alunni conoscono bene chi è Luca Attanasio, soprattutto le classi terze perché durante l’orientamento per la scelta della scuola superiore lo cito come esempio, mostrando in tal modo che l’impegno, lo studio, la devozione, la determinazione portano a grandi risultati; racconto di lui anche per spiegare bene ai ragazzi gli impegni di una professione come quella dell’ambasciatore che non sempre sanno cosa realmente sia, inoltre lo nomino quando parliamo dell’Africa, un continente con mille contraddizioni ma che lui amava veramente.
Quando avevo riferito ad “Atta” che parlavo di lui ai miei alunni mi disse: “Urca! Che onore essere citato!” con il suo solito modo ironico e simpatico poi, però, aggiunse che era felicissimo perché l’importante è essere utile a qualcuno e io avevo aggiunto che dobbiamo dare ai nostri figli esempi diversi da quelli che appaiono loro sugli schermi.
Luca era un compagno di classe divertente ed esuberante, molto diretto e sincero. Ricordo quando, arrivato in ritardo a scuola (e questa non era una novità) aveva domandato alla nostra insegnante di filosofia, con la quale non si chiedeva nemmeno di poter andare in bagno per non perdersi un minuto della sua spiegazione, se poteva tornare a casa per recuperare la cartella che invece poi si è scoperto aver lasciato vicino al motorino.
Un altro momento indimenticabile quando interruppe una lezione di matematica per raccontare che aveva visto nel mare, da una barca, delle luci che per lui erano gli ufo e si impegnava fortemente per disegnare e spiegare quello strano fenomeno che l’aveva colpito e che voleva condividere con noi.
Non posso dimenticare un giorno in cui arrivò molto in ritardo e tutti gli chiedemmo cos’era successo, allora Luca iniziò a raccontare che aveva assistito ad un incidente e che i due conducenti, che non erano feriti, avevano iniziato a litigare. Io preoccupata gli dissi che doveva stare attento e che forse sarebbe stato meglio chiamare qualcuno o i carabinieri piuttosto che fermarsi e mettersi in mezzo e lui mi rispose prontamente che era quello il momento di intervenire, che il suo aiuto magari qualche minuto dopo non sarebbe più servito a nessuno.
È con questo spirito che Atta ha sempre vissuto, lo stesso con il quale ha intrapreso la sua carriera diplomatica perché consapevole che le cose devono essere fatte subito e non dopo.
Continuerò a raccontare di lui alle generazioni future, attraverso quello che ha fatto e creato in pochi anni perché non ha mai perso un attimo del prezioso tempo che ha avuto a disposizione. È riuscito a diventare un diplomatico, un ambasciatore senza aiuti, senza scorciatoie, senza sconti, con solo la sua determinazione, intelligenza e capacità.
Grazie a questi sforzi ha potuto aiutare tantissime persone, creare una onlus Mama Sofia per i bambini africani, è stato insignito con il premio Nassiriya per la Pace, ha aiutato e rappresentato con capacità, professionalità e semplicità gli italiani all’estero, ha formato una splendida famiglia e ha costruito parecchi ponti solidi grazie ai quali potrò raccontare di lui parlandone non al passato, ma al presente e futuro.”
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