I cavalli parlano e bisogna capirli.

Zampe di velluto

Per raggiungere un obiettivo sono capaci di elaborare strategie e scegliere la via più breve.

Scuderia Il Gufo – Cisliano (MI)

Il cavallo, creatura elegante, è sempre stato fin dall’antichità (e lo è ancor oggi) un compagno di vita fondamentale per l’uomo: usato nel lavoro agricolo, come mezzo di trasporto,e in battaglia,tanto che l’amore del proprio cavallo di famosi condottieri del passato è entrato a far parte della storia. Come Incitatus, il cavallo di Caligola, che amava a tal punto da nominarlo Console e Gran Sacerdote, facendolo sedere in Senato; Bucelafo il destriero di Alessandro Magno che si faceva cavalcare solo da lui, morì a 30 anni e fu sepolto con gli onori militari e su quel suolo fu fondatala città Bucefalia; Marsala, la cavalla di Garibaldi che le voleva talmente bene che si fece seppellire in un prato assieme a lei, e tanti altri. Forse già allora avevano intuito ciò che la scienza oggi ha provato:i cavalli sono dotati di capacità cognitive evolute e memoria sofisticata a breve termine. La conferma arriva da uno studio dei ricercatori dell’Università di Pisa con il contributo di Paola Lovrovich di “Italian Horse Protection Association”, che per la prima volta dimostra le straordinarie doti di questi quadrupedi.

L’ESPERIMENTO – I test si sono svolti con 24 cavalli divisi in due gruppi, entrambi messi di fronte a tre secchi uguali e capovolti, sotto uno dei quali era stata nascosta una carota. Nel primo gruppo gli animali dovevano scoprire dove fosse l’ortaggio senza alcuna indicazione da parte degli scienziati, nel ”secondo gruppo potevano osservare la persona che si avvicinava ad un secchio, nascondendo la carota e poi si allontanava. «Nel corso delle prove i cavalli hanno dimostrato di saper ‘cambiare la propria ‘ strategia per raggiungere l’obiettivo, cioè la carota, nel più breve tempo possibile, a prescindere dagli indizi forniti dall’uomo», spiega Paolo Baragli coautore dello studio. «Infatti quelli del gruppo che avevano visto nascondere il premio hanno prima sfruttato l’indicazione fornita e con precisione si sono diretti verso il secchio che conteneva la carota, impiegando però tempo maggiore. Poi», aggiunge l’esperto, «hanno cambiato strategia privilegiando la velocità a discapito della precisione: capovolgendo subito tutti e tre i secchi sicuri di trovare comunque la ricompensa sotto uno di essi».Conclude Baragli:«I risultati mostrano che i cavalli sono in grado di comprendere e usare il significato cognitivo delle indicazioni umane per compiere le proprie scelte, ma anche in grado di cambiare la propria strategia nel momento in cui si rendono conto che l’informazione ottenuta non è fondamentale per raggiungere l’obiettivo, soprattutto se può essere conquistato più velocemente in altro modo. E tutto ciò avviene in tempi molto brevi,indicando che possiedono sofisticate capacità di trovare in fretta soluzioni diverse ad uno stesso problema». Mostrando anche memoria affinata a breve termine. In più, afferma Michela Minero, scienziata dell’università di Milano,«il cavallo ha la necessità profonda di comunicare e di fare delle cose in compagnia di qualcuno, un suo simile o anche un essere umano».

Scuderia Il Gufo – Cisliano (MI)

L’USO DEI SIMBOLI –  Infatti è stato di recente scoperto da: uno studio norvegese che gli equini sono in grado di comunicare con l’uomo usando ìl nostro linguaggio attraverso i simboli, e riuscendo anche ad effettuare ragionamenti e va lutazioni utili a migliorare la loro condizione, come dirci se hanno freddo o caldo. Gli studiosi sono riusciti ad istruire 23 cavalli a riconoscere il significato di 3 simboli:nessun cambiamento, senza coperta e con coperta, insegnando loro a scegliere, toccando il simbolo, se indossarla o meno. I test hanno palesato le loro preferenze in base alle condizioni climatiche: quando era caldo i cavalli sceglievano di scoprirsi, quando era freddo e piovoso di coprirsi.Questa sensibile creatura ha grandi doti, e non solo per il loro QI o memoria, ma per la capacità di leggervi l’anima, perché lo sguardo di un cavallo entra nel cuore.
MARINELLA MERONI (Libero)

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