A Milano oltre 1.8 milioni di smartphone restano inutilizzati nei cassetti

Milano

Oltre 600.000 sono pronti per una seconda vita. Fraunhofer Austria & refurbed pubblicano la terza parte della ricerca congiunta sull’impatto del ricondizionamento dei dispositivi elettronici

Oltre 1,8 milioni di smartphone giacciono inutilizzati nei cassetti dei milanesi e più di 600.000 potrebbero essere ricondizionati e reimmessi sul mercato: è quanto emerge dalla nuova ricerca di refurbed, marketplace di prodotti ricondizionati in più rapida crescita nei paesi di lingua tedesca, in collaborazione con l’organizzazione di ricerca Fraunhofer Austria. Questo tesoro digitale dormiente rappresenta un valore di quasi 19 miliori di euro solo nella città di Milano e, se si considerano anche i metalli rari contenuti all’interno dei dispositivi (oro, cobalto e palladio), si parla di un patrimonio materiale che potrebbe contribuire in modo concreto a ridurre la dipendenza dell’Europa da Paesi terzi per l’approvvigionamento di risorse critiche. Lo studio, realizzato da Fraunhofer Austria su incarico di refurbed, esamina anche come un cambiamento nei comportamenti dei consumatori – orientato al riutilizzo, alla riparazione e al ricondizionamento – possa influenzare la domanda di risorse nei prossimi anni.

Una panoramica europea

Lo studio utilizza 15 Paesi europei selezionati (refurbed è attualmente attivo in 12 di questi 15 Paesi) per mostrare il numero totale di vecchi dispositivi e di dispositivi adatti al ricondizionamento in ogni Paese. La Germania è al primo posto con uno stock identificato di 119,3 milioni di apparecchi, di cui quasi 40 milioni potrebbero essere utilizzati una seconda volta dopo una ristrutturazione professionale. Segue la Francia con 96,7 milioni di vecchi apparecchi, di cui 31,3 milioni potrebbero essere ricondizionati, e l’Italia con 82 milioni di dispositivi inutilizzati, più di 26 milioni dei quali potenzialmente rigenerabili. Al primo posto in Italia si colloca la città di Roma, con circa 3.120.000 smartphone inutilizzati nei cassetti dei cittadini. Milano segue con oltre 1.8 milioni di smartphone inutilizzati. Secondo il nuovo studio di Fraunhofer Austria, si stima che tra il 2011 e il 2023 si siano accumulati nei cassetti europei circa 642 milioni di smartphone inutilizzati, che hanno assorbito enormi quantità di risorse e di materie prime preziose e rare.

A Milano nei dispositivi dismessi sono conservate materie prime inutilizzate per un valore di 4.6 milioni di euro. Secondo l’indagine, il solo valore dei metalli contenuti negli smartphone dismessi e inutilizzati nella città di Milano si aggira intorno a 4.631.815 milioni di euro (sulla base dei prezzi delle materie prime a febbraio 2025). Infatti, anche se in ogni singolo smartphone sono presenti solo pochi grammi di materie prime pregiate, l’enorme quantità di dispositivi dismessi nell’UE si traduce complessivamente in quantità considerevoli. Tra questi si trovano numerose “materie prime critiche” (Critical Raw Materials), come le terre rare, e “materie prime da conflitto” (Conflict Materials), come stagno, tungsteno e oro. La disponibilità di queste risorse è fortemente limitata, sia a causa della scarsità naturale, sia per via delle dipendenze geopolitiche dalle regioni che le estraggono, mettendo così l’UE in una posizione di forte vulnerabilità strategica nei confronti dei fornitori globali.

Scenari ipotizzati per il futuro:

Per comprendere come un cambiamento nel comportamento dei consumatori potrebbe impattare positivamente sulla tutela delle materie prime, lo studio presenta tre scenari alternativi:

1. Raddoppio della durata d’uso dei dispositivi: un allungamento significativo del ciclo di vita degli smartphone porterebbe a una riduzione del 38% nella domanda di nuovi dispositivi nel periodo analizzato.

2. Ricondizionamento dell’intero stock di dispositivi dismessi: se tutti gli smartphone ricondizionabili oggi conservati nei cassetti venissero effettivamente rigenerati e reimmessi sul mercato, non sarebbe necessario produrre nuovi dispositivi per un periodo di 2 anni e il numero di dispositivi non utilizzati in Europa si ridurrebbe del 25%.

3. Combinazione dei due scenari: Se i dispositivi ricondizionabili venissero reimmessi in circolazione e, contemporaneamente, si raddoppiasse la durata di utilizzo degli smartphone, l’Unione Europea potrebbe coprire interamente il proprio fabbisogno di materie prime critiche nel settore smartphone per un periodo di 3 anni, senza dipendere da fornitori esterni.

Appello ai consumatori: “Guardate nei vostri cassetti!”

“Il nuovo studio dimostra quanto sia efficiente – per i consumatori, l’economia e l’ambiente – rimettere a nuovo i vecchi dispositivi inutilizzati. Gli apparecchi possono avere una seconda vita, le risorse vengono conservate, i rifiuti elettronici vengono ridotti, i materiali lavorati possono essere riutilizzati e gli utenti traggono un vantaggio economico dalla vendita. Date un’occhiata ai vostri cassetti e armadi e scambiate i vostri vecchi dispositivi!”, esorta il cofondatore di refurbed Peter Windischhofer ai consumatori.

Dall’autunno 2024 refurbed offre un servizio di acquisto di vecchi dispositivi inutilizzati in pochi passaggi: i clienti possono vendere i dispositivi a refurbed senza rischi o costi aggiuntivi, ricevendo in cambio un compenso concordato. Gli articoli restituiti vengono poi inseriti nel processo di ricondizionamento e di rivendita o, in alternativa, i singoli componenti vengono riciclati per sostituire altri dispositivi.

“Due anni fa abbiamo incaricato per la prima volta Fraunhofer Austria di calcolare i dati di valutazione del ciclo di vita per prodotti elettronici selezionati e siamo stati così in grado di quantificare per la prima volta l’impatto ambientale del ricondizionamento rispetto all’acquisto di nuovi prodotti. Nel 2024 abbiamo lavorato con Fraunhofer Austria per sviluppare un modello di calcolo unico a livello mondiale basato sullo studio del 2023, che fornisce dati scientifici di valutazione del ciclo di vita per migliaia di smartphone, laptop e tablet ricondizionati”, afferma Peter Windischhofer, cofondatore di refurbed, ripercorrendo la collaborazione scientifica con il rinomato Istituto di Ricerca. “Ora, con i risultati della terza parte del lavoro, possiamo dimostrare l’impatto che potremmo ottenere insieme ai consumatori finali se i vecchi dispositivi venissero sistematicamente inseriti nell’economia circolare per un secondo utilizzo. Questo studio dovrebbe essere visto anche come un appello ai consumatori”, continua Windischhofer.

“Il ricondizionamento degli smartphone offre un enorme potenziale nel contesto dell’economia circolare. I dispositivi che finirebbero come rifiuti elettronici vengono reinseriti nel ciclo di utilizzo. Questo non solo riduce la quantità di rifiuti elettronici, ma prolunga anche la vita degli apparecchi e riduce la necessità di materie prime, alcune delle quali sono fondamentali. Il ricondizionamento contribuisce inoltre a diminuire l’impatto ambientale dell’estrazione e della produzione delle materie prime, creando al contempo alternative convenienti per gli utenti finali. In un contesto di economia circolare, il ricondizionamento svolge quindi un ruolo chiave nella conservazione delle risorse e nella promozione della sostenibilità nell’industria elettronica”, afferma Paul Rudorf, responsabile del progetto in Fraunhofer Austria, riassumendo i risultati dello studio.

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