Il gioco di carte inventato dagli studenti milanesi per l’inclusione di ragazzi con disabilità

Milano

Favorire l’inclusione sociale di ragazzi e ragazze con disabilità proponendo all’interno della scuola occasioni di socializzazione e formazione, per promuovere la partecipazione attiva e guardare con fiducia alla vita adulta. Questo l’obiettivo con cui nasce il progetto Patti di Amicizia Lunga, realizzato a Milano da CBM Italia – organizzazione internazionale impegnata nella salute, l’educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità in Italia e nel mondo.

Il progetto, da gennaio a giugno scorsi, ha coinvolto 435 studenti e studentesse, con e senza disabilità, di 3 istituti secondari di secondo grado della città – Istituto Galilei-Luxemburg, Istituto Besta, Istituto Oriani Mazzini – in diversi laboratori dedicati ad adottare comportamenti inclusivi e migliorare così la qualità di vita dentro e fuori la classe.

I primi incontri sono stati utili alle esperte dell’associazione per raccontare in cosa consiste la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e il suo approccio basato sui diritti umani e l’utilizzo di un linguaggio inclusivo e rispettoso; sono seguiti momenti di riflessione e scrittura sulle relazioni, il futuro, l’esclusione, e ancora racconti e confronti. Da qui i ragazzi hanno inventato il gioco “Fammi una domanda. Un gioco senza etichette”, basato su un mazzo di 50 carte, che corrispondono a 50 domande emerse durante i laboratori: Com’è far parte di un gruppo? Quando mi guardi, cosa vedi? Cosa faresti se il gruppo ti chiedesse di escludere qualcuno?

Sono domande che facilitano il confronto e il dialogo, per cambiare il punto di vista e rispettare le diversità; come spiegano le istruzioni di questo gioco educativo: “per liberarsi dal pregiudizio e dalle etichette, per scoprire cosa abbiamo in comune. Il gioco non ha regole e non prevede vincitori, ma richiede una certa dose di coraggio”.

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