Giovanati (FI): affettività, odg sbilanciato che dimentica ruolo famiglie

Milano Società

“Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Milano, ho votato contro l’Ordine del Giorno presentato dal Partito Democratico sull’introduzione dell’educazione obbligatoria all’affettività e alla sessualità nelle scuole.

Deborah Giovanati

Una decisione maturata in coerenza con le riflessioni espresse anche da altri consiglieri durante il dibattito: il testo approvato dimentica completamente il ruolo centrale delle famiglie e l’importanza del consenso informato, previsto dall’articolo 30 della Costituzione, che affida ai genitori il diritto e il dovere di educare i propri figli. Nelle scuole frequentate dai miei figli, per esempio, si parla già di affettività, di corpo e di riproduzione durante l’ora di Scienze, con il coinvolgimento di ginecologi e ostetriche. Un percorso serio, equilibrato e rispettoso della crescita dei ragazzi. Ma educare al rispetto e all’amore verso l’altro – valori in cui credo profondamente – non può essere ridotto a corsi obbligatori, spesso scollegati dal contesto educativo e culturale delle famiglie”.

Lo dichiara Deborah Giovanati, consigliere comunale di Forza Italia. “In alcuni Paesi europei, esperienze simili si sono trasformate in programmi di indottrinamento, attivati anche contro la volontà dei genitori e con contenuti non sempre adeguati all’età dei bambini, inclusi riferimenti espliciti a pratiche sessuali in età molto precoce. Chi parla ai nostri figli? Con quali criteri, linguaggi, obiettivi? Credo che il percorso che il Governo nazionale sta portando avanti su questi temi vada nella direzione giusta: buon senso, rispetto delle famiglie, ascolto dei territori. L’educazione affettiva e sessuale non si impone per legge, ma si costruisce nel tempo, con responsabilità condivisa. Chiedere una legge nazionale senza prima definire chiaramente contenuti, strumenti, professionalità e modalità di coinvolgimento delle famiglie significa alimentare divisioni, non creare un terreno comune di crescita e rispetto”, conclude Deborah Giovanati.

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