Il Museo del Fumetto di Milano si rassegna a chiudere i battenti: “Palazzo Marino non ci ha dato scelta”

Milano

La Fondazione Fossati getta la spugna: entro il 31 luglio, il Museo del Fumetto lascerà definitivamente la sua sede di viale Campania. Nonostante gli sforzi per ripianare un debito di circa 140.000 euro con il Comune di Milano e una trattativa informale durata mesi, il Museo si arrende all’incertezza e alla mancanza di risposte concrete da parte di Palazzo Marino.

Luigi Bona, presidente della Fondazione Fossati, esprime la sua rassegnazione: “Contiamo di andarcene entro il 31 luglio. Stiamo già smontando i materiali per ripartire altrove. Non ci hanno dato alternative”. La situazione, aggravata dalla necessità di costosi lavori straordinari alla struttura mai eseguiti dal Comune (proprietario dell’immobile), ha portato il Museo a un punto di non ritorno.

La vicenda si complica con l’impossibilità per il Museo di partecipare al nuovo bando comunale per la concessione degli spazi, a causa della richiesta di una fidejussione bancaria negata dalle banche per l’incertezza sulla permanenza nella sede. Per superare l’ostacolo del debito, la Fondazione aveva persino proposto di cedere parte della sua preziosa collezione, stimata in oltre 180.000 euro, al Comune. Nonostante l’accordo sembrasse imminente, Palazzo Marino ha interrotto ogni comunicazione e non ha valutato le opere proposte.

WOW Spazio Fumetto

L’avvocato Veronica Dini, incaricata dalla Fondazione, sottolinea la problematica “Amministrazione silente”: “Il vero problema è che l’Amministrazione non risponde alle nostre richieste”. La mancanza di chiarezza sulle tempistiche del nuovo bando e la necessità di ingenti lavori di manutenzione (impianto elettrico, tetto, infissi) hanno reso insostenibile la permanenza del Museo, spingendolo a cercare una nuova casa.

Il Museo del Fumetto, un’eccellenza riconosciuta in Europa che ha accolto centinaia di migliaia di visitatori in 14 anni con ingresso gratuito, è costretto a chiudere i battenti, lasciando un vuoto nel panorama culturale milanese.

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