La Bicocca come non l’avete mai vista, un angolo di storia dove il tempo si è fermato

Milano

Al numero 214 di Viale Sarca esiste un angolo di Milano che non ha niente a che fare con il significato comune del suo nome.

Quando diciamo Bicocca, pensiamo subito al quartiere riqualificato, all’Università e se proprio proprio all’Hangar Bicocca, sede di mostre e di esposizioni prestigiose.

Ma c’è una Bicocca, più antica dal cui nome, tutti questi siti derivano ed è la Bicocca degli Arcimboldi.

Si tratta di un edificio unico, circondato dal verde, la cui costruzione risale alla seconda metà del XV secolo.

La struttura di pianta rettangolare, costituita da tre piani di cui l’ultimo aperto da finestre lascia intravedere ampiamente in tutte le direzioni.

La villa venne costruita dalla famiglia degli Arcimboldi come casino di caccia, essendo allora questa zona piena campagna.

La famiglia Arcimboldi di Parma fu prima al servizio dei Visconti, poi degli Sforza e diede alla città diversi arcivescovi

All’interno diversi affreschi ravvivano le pareti, soprattutto scene di dame che giocano a scacchi, che suonano, che fanno toeletta, che filano con la presenza di una nana, a ribadire la funzione ludico- ricreativa della villa, più la raza viscontea e il motto “Sempre in Dio”.

Una residenza di campagna da nobili, che ha subito moltissimi rimaneggiamenti architettonici e che divenne prima cascina, poi nel 900, museo della gomma perchè acquisita da Pirelli, che ancora la possiede e poi scuola materna per i dipendenti.

A oggi è la sede di rappresentanza della Fondazione Pirelli.

All’interno anche un pezzo del pavimento del Duomo e una sua guglia.

Da lei prende nome la battaglia della Bicocca tra francesi e spagnoli nel 1500, battaglia che fu una disfatta per i francesi che coniarono la frase “c’est un bicoque” per significare una sconfitta clamorosa.

Difficile da visitare perchè chiusa al pubblico tutto l’anno tranne rare occasioni, da segnalare però che sul sito della Fondazione Pirelli è possibile fare un tour virtuale completo della villa.

Eleonora Prina

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