Tutti in bicicletta, o in monopattino al mattino e al freddo, dall’interland fino a Milano. Chi lavora in città ma abita fuori porta, dal 1 ottobre è servito.
Sono circa 70.000 i motociclisti che dovranno rottamare il proprio mezzo, accusato di inquinare. Trattati di motorini, vespe d’epoca, Ciao, Zoomer, G Garelli, Gilera, Morini… insomma, tutti modelli euro zero, uno e due. L’obiettivo? Espellere le moto da Milano. Prossimamente, toccherà alle euro 3 e 4… e via rottamando. Quasi un congresso sabato pomeriggio davanti alla sede della Regione Lombardia: oggetto? Il futuro divieto ai 70.000 motociclisti pendolari di girare per Milano, accusati dalla giunta Sala di inquinare l’aria cittadina.
Ad appoggiare il prossimo referendum contro questo iniquo decreto, scende in campo però la regione Lombardia. Gli interventi di politici e motociclisti del movimento “Divieto, il cuore non si ferma” si sono susseguiti mentre si raccoglievano le firme per lanciare un referendum contro la fatwa verde- talebana; il prossimo 1 ottobre, data del fermo delle moto, si preannuncia già un ennesimo polemico corteo delle due ruote fino al centro di Milano. Che succederà?
Nel frattempo, via al referendum, una iniziativa che non ha un colore politico e che si rivolge a tutti, pendolari e non, appassionati delle due ruote, vespisti, guzzisti, harleysti… Contro un sindaco che li vorrebbe tutti in bicicletta. Parte intanto una singolare iniziativa: occorrerà documentare le centinaia di buche sul selciato cittadino che dovrebbero essere riparare entro cinque giorni dalla segnalazione dal Comune…. Una sorta di “sanzione” che il libero cittadino motociclista vuole inaugurare per colpire al cuore la giunta. Nel portafoglio.. Le segnalazioni dovranno pervenire sui canali social di Divieto. La regione intanto sta studiando di bloccare i fondi per il Comune, per costringere la giunta ad aprire un tavolo di discussione tra motociclisti e Sala. Si arriverà a un accordo?