Cabrini “tifa” Meloni e diventa bersaglio degli haters della sinistra

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La maschera sui social: come l’orientamento politico trasforma stima in disprezzo

Ieri mi è cascato l’occhio su un titolo social, e ho sentito l’impulso di rispondere al quesito posto evidentemente da un “creator” digitale, tra i tanti che affollano il web, forse affamato di click per interessi personali, più che per spirito comunicativo:

Le parole di Cabrini fanno discutere. Voi siete dalla sua parte?”

Ho postato quindi il seguente commento: “Fanno discutere, e danno anche fastidio solo a chi non la pensa come lui, e ovviamente sta a sinistra. È agghiacciante osservare la capacità fortemente condizionante e divisiva dell’ideologia politica, in grado di trasformare in pochi secondi un sentimento di stima e/o simpatia verso una persona, in sarcasmo, ironia e disprezzo appena questa rivela inaspettatamente un orientamento, legittimo e personale, verso un pensiero diverso dal proprio. Ed è questo uno dei peggiori aspetti del web, creare repentine repulsioni tra perfetti sconosciuti. Una delle ragioni per cui spesso ho la tentazione di abbandonare la visione di ogni social network, per tornare al piacere di scoprire una personalità attraverso un contatto in presenza fisica, in strada, in un negozio, su una panchina in un parco o in una sagra paesana.”

La prima replica letta mi ha dettato l’impulso per scrivere, oltre che una risposta diretta all’interlocutore, una riflessione su aspetti dei social che hanno cambiato l’immagine della società, facendo emergere dal web in diverse occasioni più il peggio che il meglio. La replica di cui sopra, così recitava:

disturba che questi personaggi si schierino sempre dove gli fa comodo. Quando la Meloni guidava un partitino col 2.5% dei voti nessuno del jet set se la filava. Adesso si scoprono tutti suoi amici o estimatori, e corrono ad accreditarsi alla festa di Atreju.”

Anche troppo facile attribuire una certa matrice di appartenenza all’autore, al quale ho reso la seguente risposta:

Che raffronto è questo? Alla nascita, FdI non aveva certamente il seguito e la visibilità mediatica che ha oggi, con la sua premier. Meloni era all’epoca poco più che una attivista di destra, in uscita dal partito di Fini (AN). Dobbiamo quindi pensare che, per analogia, chi oggi sta con Schlein abbia scelto di starci per correre ad accreditarsi alla festa dell’unità? E quanti sul web, o sugli altri organi di informazione conoscevano Elly Schlein, prima che venisse eletta segretaria PD? Io credo, più semplicemente, che ognuno di noi abbia un proprio orientamento, una tendenza di pensiero che ad un certo punto ritiene coincida con quello di un certo esponente politico. Finché non lo dichiara, tutto ok, ma se è un personaggio pubblico come Antonio Cabrini (ex giocatore della Juventus), appena fa “outing” succede un terremoto social attorno a lui: tifosi juventini ovviamente oppositori del governo e della Meloni che si sentono improvvisamente “traditi”, quasi avesse indossato la maglia dei rivali e lo squalificano, lo insultano, si dichiarano delusi, archiviando ogni buon ricordo del giocatore, per molti un idolo ai suoi tempi. Altri, che invece prima lo definivano soltanto un “gobbo” qualsiasi, sopravvalutato, come usano i tifosi di squadre avversarie, meravigliati dalla rivelazione che ritengono positiva pur proveniente da un rappresentante della odiata squadra rivale, di colpo lo riabilitano, lo elogiano definendolo intelligente e si complimentano, contrariamente a quanto pensavano poco prima. È semplicemente una delle distorsioni prodotte dalla visibilità mediatica che acquisisce un qualsiasi personaggio pubblico nel suo ruolo, attorniato da followers e haters che, di fronte a certe confessioni, modificano i sentimenti e non di rado invertono i ruoli. Grottesco, ma purtroppo reale.

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