Sala dice che la sua maggioranza rossa è al 55%. Numericamente ha ragione, ma la politica non è solo matematica. Per carità, lo è per una parte non trascurabile, ci mancherebbe. Ma non tutto e non sempre può essere raccontato coi numeri. Ad esempio, Sala dice anche che si vince al centro. Questo il PD nazionale ad oggi non lo sa fare, quindi non è competitivo. A Milano ci riesce e pertanto vince. Tutto chiaro.
Non fermiamoci qui, però, andiamo a fondo. Cosa succederebbe se il PD perdesse il centro, ovvero Italia Viva e Calenda? Crollerebbe al 42% ed è qui che si termina con la matematica e si inizia con la realtà politica. Infatti, se è indubbio che per l’ex terzo polo il Sindaco è sicuramente una garanzia politica, del suo successore che ne penseranno? Si faranno imporre il nome dal Nazareno? Riusciranno a sedersi allo stesso tavolo?
Il risultato deludente di Maran apre la strada al dopo Sala con più incognite che altro: se non passerà in Parlamento il Salva Milano, con che soldi si manterrà la facciata brillante della città? Chi sarà il federatore? Primarie sì/Primarie no? Tutte domande che al centro scottano. E dalla risposta potrebbe dipendere un altro caso Basilicata. Un caso che né Sala né Schlein si possono permettere.
Insomma, Milano è ancora rossa, al massimo rosea, ma ci vuol davvero molto poco perché capitoli. Speriamo che il centrodestra ne prenda dovuta nota e atto. Non possiamo sbagliare per la terza volta di fila candidato…
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,