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Taxi, oggi sciopero. Boccalini: “Futuro del settore a rischio”

Milano

Oggi martedì sciopero nazionale del servizio taxi dalle ore 8 alle 22. Lo rende noto la Unica Filt Cgil, che spiega come le organizzazioni che rappresentano i tassisti scioperino “per chiedere al Governo di scrivere decreti che servono ad attuare lo spirito della legge quadro di settore, non a capovolgerlo per accogliere le pressioni di chi vuole fare profitto con la mobilità”. I sindacati di categoria si oppongono a quella che definiscono una ‘uberizzazione’ del lavoro. “La categoria aspettava da anni i decreti attuativi della legge quadro del settore (12/19). Quei decreti servivano a regolamentare meglio i servizi di Ncc e taxi”, si legge in una nota.

Emilio Boccalini

«Come anticipato una decina di giorni fa, quando purtroppo non sono arrivate rassicurazioni dopo l’incontro al Ministero sull’emanazione dei decreti attuativi del DPCM Piattaforme sottolinea anche Emilio Boccalini, vice presidente di Taxiblu 024040, il più grande radiotaxi di Milano- come categoria non possiamo far altro che confermare lo sciopero per la giornata del 21 maggio. Una mobilitazione nazionale che auspichiamo sarà una grande manifestazione, in grado di far comprendere quanto in questo momento più di altre volte, il settore e il futuro del trasporto pubblico non di linea siano a rischio. Un pericolo che potrebbe causare enormi difficoltà a migliaia di lavoratori e le loro famiglie se non s’interverrà celermente».

“Non vogliamo consegnare gli utenti a un finto mercato – evidenzia Unica Filt Cgil – dominato da pochi attori multinazionali, con prezzi al posto di tariffe. Le leggi esistenti consentono da sempre alle amministrazioni l’emissione di nuove licenze. Se e dove serve, si può adeguare la disponibilità di taxi, tenendo insieme gli interessi dell’utenza e dei lavoratori. L’attacco ai taxi è anche un attacco al lavoro, mirato a creare rider del volante. Finti lavoratori autonomi. dai quali ricavare laute commissioni lasciando loro costi e incertezze”.

“Ci opponiamo alla cosiddetta uberizzazione del lavoro, sanzionata già varie volte dalla magistratura, che ha anche parlato di ‘schiavitù’. Contro la retorica della modernità e della concorrenza, che serve solo a mascherare sfruttamento e precarizzazione. Per noi, i diritti del lavoro non sono privilegi e riteniamo che il loro perimetro vada esteso, non ristretto”, rileva la Unica.

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