L’ascesa del nostro Paese nel settore congressuale: dall’innovazione post-pandemica alla leadership continentale
Nel 2022, il settore dei congressi in Italia ha registrato una notevole ripresa, recuperando almeno il 70% degli eventi del 2019. Questo è il dato principale che emerge dall’indagine dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi – riportato nella XXVI edizione del Rapporto sul Turismo Italiano – nonostante le difficoltà imposte dalla variante Omicron del Covid-19 e le conseguenze della guerra in Ucraina. Le sedi per meeting hanno risposto investendo in innovazione tecnologica, sostenibilità e comunicazione, creando spazi che favoriscono socialità, ispirazione, creatività e benessere.
Già prima della pandemia, le sedi più attive avevano iniziato questo percorso di sviluppo, ma la “prossima normalità” ha accelerato l’adozione di modelli di produzione circolari, orientati alla conservazione del valore economico e sociale sul territorio. Questo approccio ha contribuito a creare un’eredità positiva per gli eventi aziendali.
In Italia, le sedi per meeting si stanno distinguendo per attrazioni uniche come dimore storiche e centri congressi innovativi situati in luoghi suggestivi, nonché per la loro flessibilità e capacità di adattarsi rapidamente alle esigenze degli eventi personalizzati. Questi ambienti non sono solo spazi fisici, ma veri e propri luoghi esperienziali che offrono autenticità e unicità.
La meeting industry italiana sta giocando un ruolo chiave nello sviluppo locale, grazie agli investimenti in competenze, innovazione digitale e co-progettazione. La frammentazione delle strutture congressuali italiane ha stimolato la creazione di reti collaborative tra operatori e destinazioni, permettendo la progettazione di prodotti turistico-congressuali integrati.
In soli cinque anni, l’Italia è passata dal sesto al primo posto in Europa per numero di congressi ospitati, raggiungendo questo traguardo nel 2023, secondo il report annuale dell‘International Congress and Convention Association (ICCA) la principale associazione internazionale che raggruppa operatori del segmento congressuale. Ogni anno ICCA pubblica il proprio “Icca Statistics Report”, la classifica delle nazioni e città che ospitano congressi e che rappresenta il principale punto di riferimento su scala mondiale delle performance delle destinazioni. Questo risultato è una prima assoluta per l’Italia, che è ora la principale destinazione europea e la seconda mondiale, dietro solo agli Stati Uniti. La crescita è stata costante, dalla sesta posizione nel 2018/19, alla seconda nel 2022, fino alla vetta nel 2023.
L’Italia ha superato la Spagna, ora seconda, seguita da Francia, Germania e Regno Unito. È anche il paese con il maggior numero di città nella top 100 mondiale, con Roma al 7° posto, Milano al 29°, Bologna al 47°, Firenze al 60°, Napoli al 66°, Torino al 78° e Venezia, la new entry, all’84°. Queste città non sono solo note per le loro bellezze artistiche e storiche, ma anche per il forte tessuto universitario e scientifico che le rende punti cruciali delle strategie italiane.
“Questo è un risultato storico per il settore e per il paese,” afferma Carlotta Ferrari, presidente di Convention Bureau Italia. “Se abbiamo raggiunto questo traguardo è anche merito di strategie coordinate di alta qualità come il nostro Italian Knowledge Leaders, il programma che valorizza le eccellenze italiane in ambito accademico, medico, culturale e scientifico, coinvolgendole nel mercato dei convegni internazionali.”
Convention Bureau Italia è l’ente privato nazionale di promozione turistica che opera nella Meeting Industry. Nato ufficialmente nel giugno 2014 dalla volontà delle principali associazioni di categoria – Federcongressi & Eventi, Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Federturismo, Federalberghi, Confcommercio, ASSOHOTEL – Confesercenti – come risposta ai bisogni degli operatori del settore, CBItalia è formalmente riconosciuto da ENIT, l’Agenzia Nazionale del Turismo, come il Convention Bureau nazionale, attraverso la firma di un protocollo d’intesa che ne disciplina e regola i rapporti, consentendo non solo una collaborazione tout-court su tutte le grandi fiere internazionali e sulle attività promozionali, ma anche di continuare quella progettazione e realizzazione congiunta di importanti iniziative di promozione della Destinazione Italia a livello mondiale nei prossimi anni.”
“L’Italia deve utilizzare questa forma di turismo per valorizzare i territori, e destagionalizzare – spiega Fabrizio Antolini, presidente della Società Italiana di Scienze del Turismo (SISTUR)– le mete del turismo congressuale non devono essere solo Roma o Firenze, ma anche città più interne, che possono far conoscere le bellezze naturali, paesaggistiche e enogastronomiche.
Come L’ Aquila – contornata da Borghi – é essa stessa un grande borgo, ma non ha un centro congressi. E sarebbe anche un modo per rivitalizzare la montagna. Le stesse isole possono essere meta di un turismo congressuale, destagionalizzando la domanda turistica. Sardegna, Sicilia, Eolie, Tremiti. Il turismo sta diventando la vera industria in un Paese come l’Italia”
“Risultati come questi sono frutto dell’impegno delle imprese, del gioco di squadra con il governo e del rinnovato prestigio internazionale dell’Italia – dichiara Daniela Santanché – come ministro, sono felice di aver sostenuto Italian Knowledge Leaders e di aver contribuito al raggiungimento di questo traguardo che dimostra come, attraverso strategie mirate e progetti innovativi, l’Italia può crescere e risultare sempre più attrattiva.”
Giornalista, autrice e conduttrice tv ha prodotto per quasi un decennio un noto programma televisivo sull’arte e la cultura in Sicilia, Profile Magazine tv.
Scrive per diverse testate ed è stata Direttore Responsabile di CulturaIdentità.
Oggi è Coordinatore Nazionale e responsabile della comunicazione dell’Unione Nazionale Vittime(UNAVI).