Ci ha lasciato Cesare Stevan. Aveva 87 anni.
Ho ricevuto la luce della sua umanità silenziosa, calda di fiducia e di stima, con un sorriso aperto che già suonava ottimismo e forza. Ed erano le prerogative dell’uomo e del suo essere docente, pluripremiato, Preside della Facoltà di architettura del Politecnico per un ventennio, Pro-Rettore della Facoltà di Mantova, emerito per il “lavoro” tenace e incessante che ha sempre caratterizzato il suo tempo.
Eccolo: elegante, spesso in blu. I gemelli obbligatori, la barba, un’imponenza che inizialmente mi metteva a disagio, quell’osservare pacato che intuiva la personalità dell’interlocutore e le parole che sapevano valorizzare le mie azioni. Ha ricostruito in tanti anni di vicinanza, quando ero responsabile della Segreteria, autostima e volontà, rendendomi consapevole e grata. Eppure mi sentivo poca cosa in quel mondo accademico, ma la sensibilità, la capacità strategica sincera usata con me la rivedevo nelle conquiste per lo sviluppo della Facoltà dove diventava pragmatismo e ideale.
Ricordo l’impegno tenace, alcune intuizioni inizialmente un po’ criticate, ma poi adottate come le migliori, la convinzione di essere nel giusto e di lottare per la realizzazione (vedasi nascita facoltà di Design), ma sempre nel tracciato fortemente osservato, della Legislazione.
C’è chi parlerà del professore architetto Cesare Stevan, della sua lungimirante innovazione che ha attraversato Milano, dei molti studenti poi diventati professionisti, dell’eredità scientifica che ha lasciato, ma io ricorderò sempre il suo primo incoraggiamento “E’ un piacere ascoltarla: lei ha una bellissima proprietà di linguaggio”.
Grazie.
Nene Ferrandi
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano