Il pasticciaccio burocratico del Sindaco pare sia completo… 40famiglie senza un asilo per i propri figli e 30 minori non accompagnati( i figli fragili del Mediterraneo) spostati come un pacco da Niguarda a Chiaravalle senza un motivo logico , condannati a gironzolare in un borgo circondato da tangenziali: e per casa un pericolante edificio. 40 contro 30, un bel derby ideologico, ma un pessimo risultato per il buon senso e una buona amministrazione.
Polemiche: mamme e nonne in agitazione nei giardinetti del piccolo borgo di Chiaravalle, mugugni tra le aiuole di via san Bernardo, striscioni e lenzuola e cartelli penzolanti fuori dalla ex scuola elementare in un borgo che non ha una farmacia né un medico di base né un supermercato. Ha solo un bar pasticceria, un albergo boutique e un fatiscente circolo Arci molto vintage ( ancora esposta la immagine di Lenin buonanima) dove si accede solo con tessera : dove una volta si ballava il liscio e si giocava a bocce.
Eccoci a Chiaravalle: 1300 abitanti e altri residenti in arrivo, perché due ex cascine costruite nel medioevo dai monaci della famosa abazia stanno per essere ristrutturate e trasformate in lussuosi condomini, detti “CO–HOUSER”. Ecco poi un nuovo palazzo, leggermente ecomostro, di trepiani (più mansarde da regolarizzare in futuro ) appena inaugurato, e già vociante di nuovi condomini.
Oltre alle tradizionali cicogne che sui tetti della abazia fanno ancora il nido, sono però arrivati inaspettati 40 nuovi bambini. I loro genitori raccontano le mamme nei giardinetti che sono diventati l’agorà del piccolo borgo) guardavano alla ex scuola di via san Bernardo, chiusa dal 2019, come un miraggio, un logico punto di ritrovo per la comunità: un asilo, ma non solo, un vero spazio social ( ma non digitale) per anziani e per ospitare una desideratissima palestra..O una biblioteca, uffici comunali e perché no, in futuro, una scuola elementare.
Il borgo ex agricolo si allarga, è ambito, è una bomboniera immersa nel verde delle marcite e dei boschi, non c’è movida a Chiaravalle, ma Sala pare non ami molto la maternità, dicono le mamme. Sala sarà molto green e dolce con le piste ciclabili ma è a conoscenza che 40 nuovi bambini devono andare all’asilo? Chiede una nonna che fa giocare il nipotino tra le altalene. Ci spiega nei tumultuanti giardinetti il motivo delle proteste. Racconta che i nuovi genitori devono portare ogni mattina i nuovi nati a san Donato, a Poasco, a Opera, oppure in piazzale Corvetto o chissà dove a Milano perché a Chiaravalle non ci sono asili.
E non ci andranno in monopattino. Non c’è metro o una linea d’autobus diretta per Milano centro e il borgo si trova in un ginepraio di autostrade e tangenziali, un cappio di cemento che assomiglia tanto alla storia del ragazzo della via Gluck.
Ecco perché il sindaco Sala, dice la nonna, forse non ama i bambini. “ Un genitore per poter portare all’asilo il proprio figliolo deve prendere la macchina o pagare una badante che faccia la accompagnatrice, non ci sono linee dirette, occorre portare il proprio bambino ad un asilo lontano mentre qui sotto casa ci sarebbe una scuola chiusa dal 2019 pronta per loro, basta ristrutturarla…”
Continua la combattiva nonna: “E che fa il sindaco? Destina il nostro asilo all’accoglienza di 30 minori non accompagnati, giovanotti tunisini e aitanti maghrebini sbarcati a Lampedusa. Lasciando i 40 bambini di Chiaravalle senza un tetto..- Non dimentichiamo che noi ospitiamo già in parrocchia altri 30minori non accompagnati”.
La nonna non capisce le ragioni del sindaco Sala, ed è perplessa : “La scuola disponibile è grande, sono due piani più una palestra, il tetto era pericolante, lo hanno sistemato recentemente con della schiuma e nell’ex asilo ci sistemeranno 30 minori non accompagnati e pare anche delle donne maltrattate: sono tutti benvenuti, noi siamo accoglienti, nessuno parli di razzismo, ma…e noi ? ”.
Prossimamente, i fratelli di san Francesco, che laboriosamente gestiscono a Chiaravalle già 30 minori non accompagnati e li “accompagnano” verso il destino di nuovi cittadini italiani, ci racconteranno il loro impegnativo lavoro per togliere dalla strada i figli fragili del Mediterraneo.
Un futuro residente che ha prenotato un loft a Cascina Gerola, snocciola intanto tutti i nodi irrisolti: “Siamo in un quartiere, un vero e proprio borgo separato dalla città di Milano, con storia e tradizioni da valorizzare ma anche inevitabili problemi da risolvere: qui da anni i residenti chiedono il raddoppio di via San Bernardo verso via Ripamonti per agevolare la connessione ad ovest, di rendere ciclabile nei weekend via Vaiano Valle, di potenziare le linea bus per migliorare la connessione con Milano.. La farmacia più vicina è al Corvetto che dista circa quattro chilometri. E qui manca un medico di base fisso. Altro che cohousing.”
E snocciola altri dati allarmanti: “Lo sa che il costo mensile di un asilo nido privato per un figlio arriva a circa a un quinto del reddito famigliare, per un esborso che sale a 600 euro al mese a seconda delle ore in cui si lascia il bambino al nido? Perché bisogna rivolgersi al privato. Solo nel 2022 il comune di Milano ha chiuso 8 asili pubblici. E così un genitore al mattino deve portare il proprio figlio a un asilo molto lontano, girovagare fino a Gorla, Turro, Crescenzago, al Vigentino, al Gratosoglio per trovare un posto libero”.
Se gli chiediamo perché ha prenotato un loft in questo contesto, il futuro residente, tifoso milanista, allarga le braccia; “Perchè fino a un anno fa abitare a Chiaravalle era di moda. Era chic, di tendenza. Ora non più, vogliono costruire uno stadio a poche centinaia di metri da qui; e questo vuol dire caos dei parcheggi, inquinamento, rumore e non dimentichiamo, che gli ultras delle curve nord sono manovrate dalle organizzazioni criminali che spacciano droga”
Fuori da Cascina Gerola si legge la presentazione autoreferenziale della nuova unità abitativa:” Un progetto architettonico di qualità e raffinatezza” E le immobiliari già spiegano nei loro depliant: “Il progetto di recupero e trasformazione di Cascina Gerola, che ospiterà il Cohousing Chiaravalle, si distingue per la sua delicatezza e attenzione a un manufatto storico di grande qualità. Cinque edifici storici, con una superficie totale di circa 5.000 mq, saranno destinati a residenze, mentre oltre 300 mq saranno dedicati a spazi comuni, contribuendo a creare un’atmosfera di comunità. Un’oasi verde. Gli edifici si estendono su un terreno di circa 20.000 mq, che offre spazio per orti, frutteti e le iniziative dei co-houser. L’obiettivo è dare nuova vita alla cascina, rendendo questo luogo non solo un rifugio per i suoi abitanti, ma anche un tesoro per l’intero Borgo di Chiaravalle e per la città di Milano”.
Bellissime intenzioni. Non si parla però di bambini. Nessun progetto per un asilo per i futuri piccoli abitanti di Chiaravalle. Eppure già in 40 sono comparsi, inaspettati. Stupiscono, come le cicogne che qui da secoli arrivano a primavera e fanno il nido. E il nido dei nuovi bimbi milanesi si chiama scuola, di via san Bernardo.
Ci rechiamo cosi al Municipio 5, distante 4 chilometri, per chiedere spiegazioni. Troviamo solo la consigliera Andreana De Franceschi (Lega) che doverosamente ci fa il riassunto dell’annoso e complicato iter burocratico di questo asilo : un lungo giro dell’oca…
“In municipio 5 la scorsa gestione 2019 ( di centro destra ) si era opposta alla chiusura della scuola ma, nonostante ciò, il comune centrale a guida PD ha portato avanti la pratica senza batter ciglio; l’attuale gestione municipale (di centro sinistra) non si è mai opposta alla decisione del comune centrale nonostante le mie svariate richieste. Inizialmente la scuola era sotto la giurisdizione dell’assessorato alla scuola (assessore Scavuzzo) che però ha sempre negato la possibilità di ridiscutere la situazione continuando a giustificare la scelta della chiusura causa i pochi bambini. Ma ad oggi a Chiaravalle, borgo in espansione, sono residenti più di 40 bambini tra gli 0 e i 6 anni. Intanto l’edificio è stato inserito nel PAVI per essere alienato e messo a bando poiché il comune non può più permettersi di mantenerlo e ristrutturarlo. Ma questo bando doveva uscire nel 2022 ma non è mai stato aperto. Nel frattempo nel 2023 l’edificio è passato all’assessorato del welfare (assessore Bertolé) che lo ha messo a disposizione delle cooperative che si occupano di minori non accompagnati. Ho allora fatto un interrogazione al comune centrale per sapere la spesa effettuata per la ristrutturazione e per avere notizie riguardo la cooperativa che andrà a gestire la struttura ma ancora non mi hanno risposto. Intanto i 30 minori sono attualmente in una struttura a nord di Milano (in zona Niguarda)..”
Natalità a zero, avverte papa Francesco, l’Italia sta perdendo la speranza…E allora? Ciack si gira con le ragioni e le perplessità dei genitori dei nuovi 40 bambini milanesi, già orfani di un tetto appena nati,..Ecco un video sul quale il sindaco e i suoi assessori dolci e green, da Scavuzzo a Bertolé dovrebbero meditare per capire il dramma di una comunità che si sente abbandonata. E rispondere a una domanda: signori politici, perché Milano non ama più i bambini?
Cronista al Corriere della sera poi inviato a L’ Europeo di Vittorio Feltri e reporter su Affaritaliani . Ultimo libro pubblicato : Wanda L’ ultima maitresse ed Mimesis
Premesso che sono d’accordo con tutte le nuove mamme di Chiaravalle,ed è giusto che pretendano una scuola, ma mi chiedo il comitato di quartiere dove era fino al 2019? Hanno solo dormito e, favorito l la sinistra a governare Milano con tutte le conseguenze .Chiaravalle è un borgo dimenticato e abbandonato(vedi strade,marciapiedi,sporcizia,mancanza di medico,farmacista,mezzi di collegamento con la città e tanti altri disservizi.
Il ns Beppe Sala pensa solo a favorire l’immigrazione clandestina,costruire piste ciclabili pericolosissime,investire su monopattini,biciclette e aree B C per impedire la circolazione delle automobili senza facilitare la circolazione con i mezzi pubblici.
Bravo Beppe Sala e tutti i suoi compagni di merenda.