“La competitività e la competenza sono due pilastri dell’azione di governo. Per noi la parola competitività significa costruire un’Italia che possa giocarsela ad armi pari con le altre grandi nazioni del mondo. Un concetto che vale per tutti gli ambiti e a maggior ragione per le nostre imprese. Fin dal nostro insediamento stiamo lavorando per superare le rigidità del nostro sistema, per liberare le energie positive dell’Italia, lo stiamo facendo costruendo un fisco più amico, con una burocrazia alleata di chi crea ricchezza e occupazione, investendo in infrastrutture, ricerca e innovazione”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video messaggio all’assemblea di Federmanager.
“Bisogna poi – ha aggiunto – garantire pari condizioni con le imprese straniere, con i sistemi più produttivi delle altre nazioni europee e non. Questo vuol dire stesse regole e tutele per il lavoro, sistemi fiscali allineati, medesime regole produttive, con riferimento ad esempio all’ambiente. Perchè il dumping salariale, ambientale e fiscale erige un muro che si chiama concorrenza sleale, un muro che limita la competitività” “La competenza e il merito” sono “due valori aggiunti per la nostra nazione, sembra un’ovvietà ribadirlo ma non è sempre stato così fino a ora. Per anni ci è stato detto il contrario, che uno valeva uno, che la competenza non serviva a nulla. Messaggi devastanti, di cui purtroppo ancora oggi paghiamo le conseguenze. Noi abbiamo scelto di chiudere quella stagione e di lavorare per riattivare l’unico ascensore sociale di cui davvero disponiamo, il merito”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video messaggio all’assemblea di Federmanager.
“Lo Stato – ha detto ancora – deve garantire a tutti le stesse possibilità nel punto di partenza, spetta poi al singolo dimostrare quanto vale, spetta a ognuno di noi decidere quale sia il nostro punto di arrivo. E’ quella che ci piace chiamare rivoluzione del merito, un cambiamento di cui abbiamo gettato le basi e che sarà la nostra bussola a partire dalla scuola e dall’investimento nelle competenze. Perchè il capitale umano è il patrimonio più prezioso del quale disponiamo, è quello che ci permette di essere competitivi a livello internazionale e che fa del Made in Italy un’eccellenza tutta italiana. Anche per questo abbiamo deciso di occuparci del disallineamento delle competenze, di investire nelle politiche attive del lavoro, che siano mirate, in una formazione al passo con i tempi e adeguata alle esigenze del mercato del lavoro”, ha concluso.
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