Il Far West di Milano: tra borseggiatori e cacciatori di taglie

Milano violenta

Se pensavamo che il problema più grave delle nostre metropolitane fossero le borseggiatrici, ci sbagliavamo di grosso.

Un oscuro gioco a premi sta mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini e dei volontari che combattono coraggiosamente il problema del borseggio in metropolitana. Una taglia di diverse centinaia di euro è stata messa sulla testa di chiunque osi ostacolare le spregiudicate baby gang dei borseggiatori, dando vita a una situazione degna di un autentico Far West urbano.

Lo scenario si è fatto ancor più sinistro quando uno screenshot, giunto stamattina nella chat di “Milanobelladadio,” ha svelato i dettagli di questo pericoloso gioco a premi. Con frasi come “inviare in metro il piccolo Omerovich e altri” – un riferimento alla famiglia coinvolta nel business dei borseggi – le baby gang sono pronte a compiere attacchi mirati contro chiunque osi opporsi ai loro loschi affari. L’obiettivo principale? L’aggressione di Matthia Pezzoni e dei coraggiosi volontari che ogni giorno si adoperano per proteggere gli onesti passeggeri dalla rapina.

L’attacco a Matthia

La storia è un déjàvu spaventoso, visto che solo qualche mese fa, ad aprile 2023, Matthia Pezzoni, il presidente del Comitato Sicurezza per Milano e candidato all’Ambrogino d’Oro 2023, fu brutalmente aggredito in metropolitana da un gruppo di borseggiatrici e da un giovane nordafricano che le proteggeva.

Matthia ha ricevuto gli screenshot da un suo conoscente. Il gesto lascia pensare che gli organizzatori del potenziale pestaggio volessero far sapere al presidente del CSM cosa avessero in mente.

«Al momento non mi sento preoccupato – ha dichiarato il giovane – Ho riconosciuto la conversazione tra due borseggiatrici, una delle due opera anche a Venezia. Ho esposto denuncia ai Carabinieri e, una volta formalizzata, mi rivolgerò a un avvocato»

Le figure dietro a questa oscura trama sono state identificate come Patrizia e Shakira, due borseggiatrici note in tutta Milano. La verità sconcertante non è solo che molte di loro sono coinvolte in questo mondo oscuro sin dalla tenera età e vengono educate a rubare già da bambine, ma anche che non si fermano davanti a niente e nessuno.

Domenica 15 ottobre, un ragazzo di nome Dennis ha smascherato le borseggiatrici durante un tentativo di furto a danno di un’anziana signora e ha subito un’aggressione da parte dei body guard delle malviventi. La sua mascella è rotta e deve essere operato. Una delle autrici dell’aggressione è la stessa che ha picchiato Matthias ad aprile e che in questi giorni ha assalito una giovane donna in metropolitana.

«La situazione delle metro milanesi è allo sbando – ha dichiarato Matthia – non sono solo ladruncole, sono associazioni mafiose, organizzazioni criminale. Dietro le borseggiatrici ci sono uomini che le manovrano, organizzano gli spostamenti. Devono persino pagare un “pizzo” ai loro sfruttatori, che a loro volta rispondono a capi ancora più in alto nella catena criminale. Da marzo 2023 si parla molto di questo problema, ma la situazione non fa altro che peggiorare»

In Italia, la legge sembra non essere dalla parte delle vittime. L’Articolo 146 del Codice Penale prevede il rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena se l’imputato è una donna con un figlio sotto i 2 anni o è incinta, il che rende molte borseggiatrici praticamente impunite. Quasi tutte le borseggiatrici sono già madri o mostrano con fierezza il loro “pancione”, non sempre reale.

Gli screenshot delle chat rivelano inquietanti retroscena delle aggressioni passate e suonano come un allarme preoccupante per chi, abbandonato dalle istituzioni, cerca di mettere un freno a questa attività illegale. La crescente impunità sembra aver rafforzato le organizzazioni criminali, che cercano disperatamente di schiacciare chiunque cerchi di fermarle.

La minaccia arriva anche a Thomas Sbriglio

La conversazione tra le borseggiatrici colpisce anche altri volontari che cercano di dissipare il fenomeno della malavita nella metropolitana milanese. Thomas Sbriglio, “il cacciatore dei pusher”, è un giovanissimo ragazzo che da anni si impegna nella lotta contro la criminalità a Milano, da poco Referente Regionale e Territoriale per AILA.

«Non mi sento preoccupato al momento, ma provo molta rabbia – ha dichiarato – Nel mio caso, purtroppo, le aggressioni sono all’ordine del giorno. Milano non soffre solo per la questione borseggiatrici, ma anche per il degrado e lo spaccio di droga e io ho spesso a che fare con pusher molto iracondi e violenti. Per questo non ho intenzione di denunciare o di affidarmi a un legale. Tuttavia, non vuol dire che la darò vinta a queste persone»

Thomas sottolinea il tempo che è passato da quando la questione borseggiatrici è peggiorata a oggi, in cui ancora non si è fatto nulla per tutelare i cittadini e i volontari: «Non mi stupisce che dietro alle ladre ci sia una vera e propria organizzazione mafiosa. Me ne sono reso conto non solo vedendo come agivano le borseggiatrici, ma anche grazie ai servizi di Diritto e Rovescio, Striscia La Notizia e altri. C’era da aspettarselo. Più si attende per risolvere un problema e più si aggrava»

Nonostante le sue parole, Thomas si dice positivo riguardo la risoluzione della situazione: pensa che il caso “borseggiatrici a Milano” sia arrivato al suo apice e che si possa intervenire da subito per risolverlo. Tuttavia, serve l’intervento immediato delle Istituzioni: «I nostri sforzi non bastano – ha dichiarato – serve “un intervento dall’alto”. Trovo vergognoso che le Istituzioni non ci aiutino a migliorare non solo la situazione in metropolitana, ma anche altre di degrado, come quella delle zone di spaccio a Milano. Non basta l’intervento dei ragazzi volontari e di qualche cittadino. Non abbiamo tutele, io personalmente mi sento abbandonato. Eppure, stiamo svolgendo un servizio civico, da soli. Personalmente, continuerò a farlo, a denunciare i pusher e le borseggiatrici, come sempre. Ci vuole coraggio e bisogna andare avanti. Se ci arrendiamo gliela diamo vinta»

Le istituzioni cosa fanno?

Monica Romano, consigliera comunale del PD, aveva dichiarato a marzo di temere una “tragedia” nella metropolitana. Le rivelazioni sulle taglie poste sulle teste di chi svolge volontariato in metropolitana per combattere il borseggio potrebbero aver portato questa tragedia a un passo dalla realtà.

Le istituzioni, ora più che mai, devono intervenire con determinazione per affrontare questa piaga del borseggio prima che sia troppo tardi. La metropolitana di Milano non può essere un Far West dominato da baby gang e cacciatori di taglie. La sicurezza dei cittadini e dei volontari che cercano di proteggerli deve rimanere una priorità assoluta.

«Non possiamo lasciare che un gruppo di malviventi ci tenga sotto controllo – continua Matthia – Immaginate una persona anziana che assiste a un furto e decide di dirlo ad alta voce. Le conseguenze per lui potrebbero essere disastrose. Fortunatamente, ci sono persone che si stanno mobilitando con noi per risolvere questa situazione. Ringrazio quindi l’Onorevole Angelo Ciocca, che è sceso in metro per verificare la situazione. Ringrazio anche i consiglieri Silvia Sardone, Alessandro Verri, Francesco Giani, Isabella Tovaglieri. Loro ci stanno aiutando a denunciare e a combattere questi crimini»

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