E’ difficile non essere turbati quando scompare un combattente indomito. E’ umano commuoversi quando scompare un uomo che è entrato, tramite la televisione e la politica, nella vita quotidiana di milioni di persone. Per questo oggi tantissimi italiani piangono quello che considerano un amico o uno zio di famiglia, anche se alcuni lo hanno odiato senza nemmeno conoscerlo.
Silvio Berlusconi è stato soprattutto un uomo coraggioso e visionario. Ha intrapreso delle sfide, prima imprenditoriali e sportive e poi politiche, di fronte alle quali l’obiezione dell’italiano tipico sarebbe stata: “è impossibile realizzare questo cambiamento”, “cerca di evitare guai e vendette” e “non metterti contro i poteri costituiti”.
Berlusconi era invece munito di una straordinaria fiducia nel lavoro, nell’impresa e nel futuro, e per questo rimarrà l’emblema dell’imprenditore italiano che si fa da sé e crea lavoro, attraverso creatività e ingegno.
Ho sempre ammirato in lui il tratto conferitogli dalla educazione familiare della Milano borghese degli anni 60′, la buona educazione dei “cumenda”, dediti a far soldi con l’impresa ma dotati di gran cuore e generosità.
Silvio era un milanese nello spirito ottimista, tenace, aperto e sinceramente umano con tutti.
La sua discesa politica si è scontrata con i bizantinismi, le liturgie e i tempi delle istituzioni italiane. E’ vero che lui ha cambiato la politica italiana nella comunicazione ma le istituzioni politiche della seconda repubblica non sono diventate più efficaci né più forti.
Non è riuscito a realizzare la rivoluzione liberale che aveva sognato e, scusate il pessimismo, se non è riuscito lui chissà chi mai potrà farla…E’ stato però un saggio ed equilibrato uomo di governo e leader della coalizione che ha creato. Ha dato il meglio di sé nella politica estera, mentre mezzo paese lo dileggiava senza cogliere il danno che si faceva all’Italia intera.
Ha suscitato invidia in un paese che considerava il successo economico un peccato. E’ stato oggetto di un odio trentennale per aver, per sincera convinzione e con coraggio leonino, denunciato l’influenza comunista nella società e nello Stato.
Avrà avuto certamente dei difetti, come capita a tutti, ma temo dovremo aspettare decenni prima che rinasca un italiano così.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Un ritratto fedelissimo del Cavaliere, che tra l’altro Fabrizio conosceva direttamente.
Non è mai il momento giusto!!! Lui mancherà a tutti, anche a chi lo ha sempre avversato. Lui amava veramente il suo Paese e se avesse potuto o non l’ avessero perseguitato, nella sua lucida follia avrebbe realizzato quella rivoluzione culturale che avrebbe cambiato in meglio il nostro paese. GN