Il paradosso dell’automobilista milanese: ammenda per mancata revisione o per aver circolato in AreaB? Chi viene eletto in Regione dia un taglio alle buffonate ecologiste
La Regione Lombardia impone per legge la revisione dei veicoli ogni due anni. Vale per tutto il Paese, s’intende, ma è la Regione che invia la comunicazione ai cittadini proprietari di veicoli. Tuttavia, se si possiede una vettura Euro 5B, o di classe ecologica inferiore, il Comune di Milano impedisce per legge di circolare e quindi di recarsi nelle officine situate all’interno dell’Area B. Stante che è davvero difficile trovare un centro revisioni aperto nel fine settimana e prima delle 7.30 della mattina, come dopo le 19.30, conviene uscire dall’area B alla chetichella, fare la revisione in provincia e quindi rientrare per cena dopo il fatidico orario della limitazione. Con buona pace dell’economia cittadina e della riduzione delle emissioni.
La situazione è tragicomica perchè nel migliore dei casi si rischia di dover decidere se farsi multare per non aver fatto eseguire i controlli, oppure per aver circolato dentro Salahland sfidando la fatwa scagliata dall’assessora Arianna Censi. Non va molto meglio se l’automobilista ha aderito al sistema Move-In della Regione Lombardia, poichè vi sottrarrà dal monte chilometri anche il tragitto per recarvi presso l’officina, anche se non avevate alcuna necessità di andarci intenzionalmente, e poi perchè spesso il sistema sbaglia segnalando percorsi mai fatti. Insomma un disastro.
Domenica ci saranno le elezioni regionali in Lombardia e il solo pensiero che vinca Pierfrancesco Majorino e che possa applicare alla regione la fatwa di cui sopra provoca sudori freddi. Tuttavia, vincesse ancora Attilio Fontana, 0 anche qualunque altro candidato (stiamo ai sondaggi), voglio elevare una preghiera al nuovo presidente della giunta regionale e con lui al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo SaIvini: qualsiasi sia l’intenzione riguardante il traffico sulle strade, una regione applichi ovunque la stessa regola. Non province e Comuni che vanno per conto loro, in un Paese che non riesce ad attuare l’autonomia regionale ma che in ogni città applica regole differenti per la circolazione, nella media più severe quanta più la giunta che l’amministra e spostata verso sinistra.
Ormai chi possiede una vettura Euro 5B e la volesse cambiare, ammesso di accettare costi e tempi lunghi (siamo a otto mesi per le utilitarie), in Lombardia se la vede svalutare del 50% rispetto alle quotazioni dell’usato nazionale, ma basta venderla online a chi vive a Varese o a Mantova per recuperare il denaro che i concessionari cittadini non vogliono offrire. Significa che c’è una forbice sempre più ampia tra costo e valore del bene. E c’è chi ne approfitta.
Ecco l’appello a Fontana se sarà riconfermato: smetterla con le buffonate ecologiste per finta -avrà notato che girano camioncini Euro-nulla derogati perchè commerciali – e varare un piano per favorire l’ammodernamento del parco auto cominciando a non seguire le euro-stupidaggini e le chimere in forma di App per telefonini. Caro ministro Salvini, caro prossimo governatore, i contribuenti regionali lombardi, oberati dai balzelli delle addizionali regionali che riducono gli stipendi netti, non meritano di dover difendere con il coltello tra i denti la loro mobilità personale messa in discussione dai soliti radical-chic. Ma in tutta la regione deve esserci la medesima regola perchè ormai è chiaro che chi possiede un’automobile Euro insufficiente entra a Milano prima delle 7.30e poi esce dopo le 19.30, ma soprattutto, incredibilmente, l’aria inquinata non si ferma tra la tangenziale e l’area B come pare credano dalle parti di palazzo Marino. (La Verità)
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