Avviato da più di un anno il grande progetto di riqualificazione del quadrilatero del quartiere della case popolari tra via Lorenteggio, largo Gelsomini, via Giambellino e piazza Tirana. Un progetto di rigenerazione urbana molto importante che coinvolge Comune, Regione Lombardia e Aler.
Anzitutto qui sarà riqualificata l’area compresa del cantiere per la futura M4 Segneri, con la sistemazione superficiale della via in vista anche dell’apertura della stazione tra due anni. Nel frattempo Aler sta provvedendo alla ricostruzione di alcuni edifici ormai fatiscenti.
Cominciamo il nostro giro partendo da via Lorenteggio, dove imboccando la via Recoaro ci imbattiamo in uno dei tre nuovi “alberi tecnologici“.
Si tratta di pali luce integrati, che non solo accoglieranno apparecchi per l’illuminazione ad alta efficienza e alta qualità, ma anche dispositivi tecnologici come hotspot per il wi-fi pubblico, telecamere e sensori ambientali, per il controllo e il monitoraggio del rumore. Saranno monitorati anche i livelli di traffico, dell’inquinamento ambientale e anche dell’abbandono di rifiuti ingombranti sui marciapiedi. I nuovi “alberi tecnologici” saranno tre: in via Segneri (angolo via Sanniti), in via Lorenteggio (angolo via Recoaro) e in via Giambellino (angolo via Sanniti).
Come avevamo già detto, operazione lodevole, ma noi, conoscendo bene la città e come si comporta, abbiamo seri dubbi sulla loro durata.
Così come la sistemazione con pietra e belle aiuole delle vie qui presenti.
Intanto ecco la situazione (molto ferma e già in degrado) dei nuovi allestimenti in corso di realizzazione.
Via Recoaro
Lo slargo formato da via Recoaro, via Sanniti e via Segneri… noi non commentiamo!
Stessa situazione di apparente abbandono del cantiere per Via dei Sanniti, dove saranno piantati alberi, cinti da cordoli in pietra circolari di notevole dimensione, ormai utilizzati come pattumiera.
Onestamente, secondo noi di Urbanfile, Comune e Regione si sarebbero dovuti accordare costruendo altrove diversi nuovi distretti popolari di piccole dimensioni, demolire l’intero quartiere popolare del Lorenteggio (conosciuto più col nome di Giambellino) e al suo posto edificare con nuovi criteri, edilizia pubblica e non, per non correre il rischio di ricreare nuovi ghetti. Abbellire queste vie è come dare due tartine agli affamati. Case fatiscenti affacciate su strade impreziosite da un arredo urbano prezioso che non troviamo neanche in Duomo. (…)
A dire il vero la vera opera di riqualificazione, di cui abbiamo parlato in parecchi articoli negli anni scorsi, con un investimento di centinaia di milioni di euro, sia da fondi UE, sia statali che regionali e comunali, non è ancora partita appieno, se non con qualche demolizione. Questa prevede la riqualificazione completa degli edifici, con abbattimenti e ricostruzioni in alcuni casi. Il programma è in ritardo di almeno cinque anni, pare per l’assenza del contributo da parte di uno degli enti che dovevano erogare i fondi.
Aggiungiamo anche che il ricco arredo urbano che è stato realizzato, comprese le pavimentazioni in pietra, sono conseguenza di fondi disponibili di provenienza UE e Statale che andavano spesi in quell’ambito e che sarebbero stati perduti se non realizzati in tempo. Però l’idea era che accanto alla riqualificazione degli spazi pubblici sarebbe partita in parallelo, o nel giro di poco, anche la riqualificazione degli edifici del quartiere, cosa che purtroppo non è successa per i motivi che sono stati enumerati prima.
Giusto per ribadire lo stato di apparente abbandono del quartiere e dei cantieri, ecco la situazione di via Segneri e la parte in “ricostruzione” di via Lorenteggio 181.
Qui dovrebbero sorgere i nuovi edifici di edilizia residenziale pubblica un po’ alla volta, con l’intento di rigenerare l’intero quartiere costruito 90 anni fa nei prossimi anni. Qui alcuni render di Poolmilano S.r.l.
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