In piazza gli iscritti dell’Anpi, con bandiere tricolore e fazzoletti al collo. Gonfaloni a lutto e i soliti volti noti nel mondo della sinistra milanese. Ieri a Milano si sono celebrate le funzioni funebri per Carlo Smuraglia, presidente onorario dell’Anpi ed ex partigiano, avvocato e parlamentare, morto lo scorso 30 maggio a 98 anniLa camera ardente è stata allestita a Palazzo Marino, sede del consiglio comunale, per onorare l’ex partigiano con un tributo simbolico del capoluogo lombardo. Una cerimonia che si è svolta, quasi fino alla fine, senza troppi fronzoli. Cuscini di rose rosse sulla bara, qualche biglietto lasciato in ricordo del defunto. Pochi presenti. Forse per colpa in parte del ponte e del brutto tempo. Ma tutti si aspettavano qualche persona in più. Landini, Camusso, Emanuele Fiano, Pagliarulo, non sono mancati. Tutto è filato liscio, fin quando in piazza Scala, dove alla spicciolata si dirigevano i pochi iscritti all’Anpi, non è arrivata pure una scolaresca. Bambini di seconda elementare di una scuola milanese. Una mattinata che per loro doveva essere dedicata a una gita scolastica. Erano diretti all’acquario civico di Milano, insieme alle loro insegnanti. Ma hanno deviato, in parte, il percorso.
Si sono fermati davanti alla camera ardente. Un po’ confusi i bimbi si sono guardati attorno. Nessuno di loro conosceva Smuraglia. Nessuno di loro, molto probabilmente, della seconda guerra mondiale, di conflitti e della storia del nostro paese, sapeva nulla. Troppo piccoli per capire e per sapere. I programmi scolastici della seconda elementare si fermano molto prima. Eppure, si sono trovati nel mezzo di quella piazza insieme agli iscritti all’Anpi che celebravano la Resistenza. Così i membri dell’Anpi si sono stretti attorno a quella scolaresca e hanno fatto partire a sorpresa il canto Bella, ciao. I bimbi ancora più confusi. Al centro dell’attenzione della piazza, di microfoni e telecamere di giornalisti che riprendevano l’evento. Sono diventati protagonisti all’improvviso di quella cerimonia. Qualcuno di loro, conoscendo le parole della canzone, si è unito al coro. Le maestre non hanno esitato a intonare Bella, ciao, pure loro. Hanno eseguito l’intera canzone, tra applausi dei presenti e sguardi ancora più attoniti dei bambini. Per quei bimbi Bella, ciao è un canto come un altro, senza significato.
Eppure, viene da chiedersi se i genitori di quei piccoli alunni fossero d’accordo a fargli prendere parte alla cerimonia. E se, addirittura, madri e padri ne fossero a conoscenza. I loro bimbi sono diventati protagonisti della giornata insieme all’Anpi. Bella, ciao, infatti, è sicuramente un inno dei partigiani. Ma è pure una canzone carica di contenuti politici, considerato «l’inno dei comunisti». È dunque giusto che vada per bocca di bambini piccoli e inconsapevoli? La scolaresca è arrivata in piazza Scala ieri mattina guidata dalle maestre. Le insegnanti ci hanno tenuto ad assicurare che i bambini non hanno imparato Bella, ciao a scuola.«”Non siamo state noi a insegnarglielo. Gli alunni che conoscevano la canzone, infatti, non l’hanno imparata tra i banchi di scuola. Ma molto probabilmente l’hanno sentita cantare dai loro genitori. È un canto famoso e semplice da ricordare per i bambini», hanno spiegato. Sempre con Bella, ciao, bandiere di Rifondazione Comunista e il pugno chiuso, saluto comunista, alla fine della cerimonia, la folla ha salutato la salma di Smuraglia fino al carro funebre. (Libero)
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