Nuovo Mercato Isola (comunale): innovativo e ricco di proposte alimentari a prezzi medio/alti; ma per favore, non chiamiamolo “Mercato Comunale”…

Milano

Dopo due anni di lavori di ristrutturazione, e in una veste eco-sostenibile e “plastic free”,  ha riaperto una ventina di giorni fa il Mercato comunale in piazzale Lagosta, nel cuore dell’Isola, mercato “storico” della realtà milanese, nato nel 1946 per far fronte alle esigenze dei cittadini del quartiere.

E’ un mercato nuovo non solo per gli arredi, gli impianti di riscaldamento e raffreddamento, la connessione wi-fi, e l’allestimento dei dehors, con vetrate apribili lungo tutto il perimetro del mercato, ma anche perché tutte le botteghe hanno una cucina propria: si può quindi consumare all’interno tutto quello che si è acquistato; anche per questo motivo, il mercato è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 24.00.

Nonostante avessi già letto sui social più che un parere negativo in merito a questa nuova struttura, (invece, quasi tutti i giornali ne sono entusiasti), ci sono andata alcuni giorni fa, e senza pregiudizi di sorta.

Lungo un ampio corridoio, dove si affacciano su entrambi i lati le 10 botteghe, la gente si affolla al bar, per un caffè o un aperitivo, o sosta incuriosita davanti a quelle invitanti vetrine dove si può trovare un po’ di tutto.

Ammetto che le proposte sono sinceramente interessanti: una pizzeria con annesso panificio, carni (con tagli di filetti pregiati come zebra, sashi finlandese, renna e Wagyu australiano), salumi, formaggi, pesce (compreso ostriche di varia provenienza), birre artigianali, pasta fresca, dolci, e molto altro, compresa una pokeria hawaiana, dove ho acquistato un’ottima poke bowl con ingredienti scelti da me, e una porzione da 8 pezzi di Uramaki spicy salmon, però da asporto;  il servizio è in modalità “self service”, e mi ricorda un po’ troppo la mensa aziendale, anche se a mio avviso è la “vista”, aihmè, che lascia più a desiderare: anche se i dehors sono coperti (però ho anche notato 3-4 tavolini all’esterno), si è proprio al centro di piazzale Lagosta, una piazza molto trafficata da tutti i mezzi che viaggiano sulle quattro e due ruote, e ci passa anche il tram.

Zero attrattiva per chi, come me, pensa che pranzare o cenare non significhi soltanto mandar giù del cibo, seppure di qualità…

E i prezzi? Credete che non abbia preso buona nota (ho fatto tantissime foto) di tutto quello che mi interessava? Ebbene sì, l’ho fatto, ma non voglio certamente tediarvi riportando qui sotto un listino interminabile…, sappiate tuttavia che non sono propriamente prezzi “da mercato”, e si pongono nella fascia medio-alta, in linea quindi con altri negozi gourmet come Eataly o Peck: d’altronde, direte voi, la qualità si paga, e su questo mi trovate assolutamente d’accordo.

C’è un però, anzi più di uno, che mi portano a pensare che un posto così, per restare in tema “mangereccio”, non sia né carne né pesce, per una serie di motivi.

I prezzi non sono concorrenziali, spesso anche un po’ gonfiati (mi riferisco più che altro a carne, pesce, dolci), e – contrariamente a negozi come Eataly – non fanno offerte.

Ogni tanto li mangio anch’io quei filetti pregiati, però – se il costo proposto in questo nuovo “mercato” (non a caso aggiungo le virgolette), – è di euro 108/kg. per la renna, e di euro 185/kg. per il Wagyu australiano…, sarebbe forse una decisione un po’ rischiosa cucinarseli a casa propria: questa tipologia di carne è buona grigliata, o cotta alla brace, accompagnata da salse marinate o speziate, studiate appositamente per esaltarne il gusto prelibato.

Non so voi, ma io non mi azzardo ad affumicare la cucina per un risultato mediocre, quindi opto per il ristorante, e con l’app di The Fork prenoto in una delle tante “Filetterie Italiane”, dove fanno il 50% di sconto in qualsiasi giorno della settimana, sia a pranzo che a cena.

Anche per quanto riguarda il pesce, troverete dei prezzi mediamente alti, e avrete la possibilità di scegliere fra vari tipi di ostriche. Costi? Da 3 a 6 euro/cad., a seconda della provenienza.

Anche in questo caso non sono proprio a buon mercato: ci sono ottimi ristoranti di pesce che le vendono da asporto a 4 euro al pezzo, con un piccolo sovrapprezzo per le più pregiate, come la Tarbouriech ad esempio, la “regina francese dei molluschi”;  ma io non vado pazza per le ostriche, ve le lascio e passo al dessert!

E qui avrete la batosta finale, perché la pasticceria “Io sono Viva dolci e gelati” è quella di Viviana Varese, chef stellato del ristorante “Viva” in piazza XXV Aprile, al secondo piano di Eataly (qualche anno fa si chiamava Alice).

“Non ho pensato solo al business, spiega, ho dato lavoro a cinque ragazze in difficoltà, perché il lavoro ti cambia la vita: una pasticceria stellata che si propone come luogo inclusivo, solidale e tutto al femminile, che dà lavoro a donne vittime di violenza, che attraverso quel lavoro hanno ritrovato dignità, speranza e quella sicurezza che avevano perso; inoltre, per ogni kg di gelato venduto, 1 euro è devoluto a CADMI, la Casa delle donne maltrattate di Milano”.

Le proposte variano dalle brioche farcite con confetture e creme spalmabili, ai maritozzi alla panna (più cari di alcune famose pasticcerie milanesi, come Gelsomina in via Tenca, per citare un esempio), torte e tante monoporzioni, deliziosamente invitanti, che vanno dai 6 agli 8 euro al pezzo; e allora mi sono chiesta se sia giusto spendere questa cifra per un mini-dolce “take away”, solo perché uno chef stellato ha dato vita ad un progetto, senz’altro “nobile”.

Credo che sarebbe stato più corretto non esagerare coi prezzi, allegando allo scontrino un volantino con informazioni su questa casa di accoglienza, sita in via Piacenza 14, sempre a Milano, lasciando quindi la decisione su cosa fare soltanto all’acquirente: un potenziale volontario o una persona generosa, ce ne sono tante, ma io credo che non sia del tutto corretto fare beneficienza con i soldi degli altri.

Siete arrivati a leggere fin qui, e forse starete pensando che questo “mercato” non mi piaccia, ma vi assicuro che non è affatto così; il punto è un altro: questo non è un mercato, ma si allinea ad altri negozi gourmet milanesi, con la sola differenza che potrete mangiare sul posto…sempre che vi piaccia stare in una piazza anonima, immersi nel traffico, e con il tram che ogni tot minuti vi passa a pochi metri.

Inoltre, i prezzi spesso alle stelle escludono proprio le famiglie bisognose dalle strutture che invece erano nate tanti anni fa come presidio nei quartieri; servirebbero, piuttosto, dei negozi di prossimità per gli anziani che non hanno l’auto e non riescono ad andare al supermercato; senza pensare che la crisi economica innescata dalla pandemia ha impoverito molte famiglie, fatte dalle stesse persone che fino a qualche anno fa andavano proprio in quel mercato, soprattutto per risparmiare.

E il Comune in tutto questo che ruolo ha?

Se andate sul sito, e cercate “Mercato Isola”, a cui volutamente è stata tolta la parola “comunale”, mentre sull’insegna è presente, seppure in carattere più piccolo  (chissà perché?!), troverete questo paragrafo:

“Milano, 1° febbraio 2022 – ha cambiato il suo nome in Mercato Isola, ma ha mantenuto intatta la sua identità di mercato rionale; si tratta di un luogo che riprende le caratteristiche tipiche dei mercati rionali coperti, con i banconi che espongono e vendono i generi alimentari più richiesti, ma rinnovato ed ampliato grazie alla possibilità di consumare sul posto, ed intrattenersi sotto le vetrate negli spazi comuni” (le sottolineature le ho aggiunte io).

Caspita, ma chi prepara i testi al nostro sindaco?

Pertanto, io non contesto questo “nuovo negozio gourmet” (mi rifiuto categoricamente di chiamarlo mercato), né i prodotti venduti né i negozianti, che offrono al cliente un servizio “top”, dal mattino alla sera, e ci hanno investito molti soldi.

Contesto il fatto che il Comune, che mezzo secolo fa aveva creato questi mercati per aiutare la povera gente a trovare il modo per evitare il carovita, oggi – pur avendo una maggioranza schiacciante di sinistra – non si preoccupi più di offrire delle opportunità a basso prezzo, ma addirittura usa i suoi spazi per costruire altri locali “alla moda”.

Loredana Felici

15 thoughts on “Nuovo Mercato Isola (comunale): innovativo e ricco di proposte alimentari a prezzi medio/alti; ma per favore, non chiamiamolo “Mercato Comunale”…

  1. Loredana leggo con interesse l’articolo sul Mercato Isola ( corretto omettere il nome Comunale)
    Concordo su tutto quanto hai scritto, riguardo i prezzi devi sapere che i personaggi che sono dietro questa operazione volutamente hanno posizionato la struttura per una fascia di clientela medio-alta pensando che all’Isola siano tutti economicamente benestanti e inoltre non badino ai prezzi.
    Dai tempo al tempo e i segnali arriveranno.
    Per ora c’è la curiosità, esaurita quella vedremo.
    Aggiungo un aspetto che non hai menzionato, l’accessibilità al Mercato è difficoltosa dovendo attraversare la strada in uno dei punti più pericolosi della piazza.
    L’Isola aveva bisogno di una proposta data la penuria delle botteghe locali.
    Bello il restyling, bella l’idea delle cucine annesse ma pessima scelta sui prezzi, specialmente in fase di avvio delle attività
    Ultima cosa: infame proporre carni provenienti da animali provenienti da tipici allevamenti europei

    1. Ciao Massimo, grazie per il tuo commento, e soprattutto per avermi fatto notare la pericolosità dell’attraversamento di quella piazza: è davvero molto pericolosa, ed io non ci avevo pensato! 👍

  2. Sono d’accordo, anche se Isola sta progressivamente diventando quartiere esclusivo sarebbe forse stato meglio dedicare spazi pubblici a strutture rivolte a clientela meno elitaria

  3. Giunta di Sinistra?
    Sì, la “Gauche caviar”, già D’Alema, con le sue scarpe fatte su misura da 2500€ e la sua barca a vela, non era di sinistra.
    Sono passati 30 anni, e forse non eri nemmeno nata.

  4. Ciao Loredana, seguo costantemente i tuoi articoli. Li trovo sempre molto interessanti e corretti. Infatti concordo con ciò che hai scritto e le giuste “critiche” affrontate. Ci sono stata anche io ultimamente e sono rimasta un po’ delusa.

    1. Ciao Federica,
      Grazie per la tua costanza! ☺️
      Se sei quella Federica che immagino, capisco bene la tua delusione.
      Ci rifaremo da Gelsomina quanto prima 😜

  5. L’edificio è costituito da un capannone di rara bruttezza, collocato al centro di una rotonda pesantemente gravata dal traffico, che poteva giustificarne la localizzazioner nell’emergenza del lontano 1946 ma che non trova più nessuna giustificazione oggi. Il suo recupero nelle forme originarie, aggravato dalle “ali” laterali non trova quindi nessuna giustificazione.
    La ridestinazione a centro di vendita per botteghe di “èlite” lo è ancor meno, vista l’impronta ancora largamente popolare del quartiere.
    L’idea di aggiungere ulteriore offerta di “cibo pronto”, in un quartiere come l’Isola che già straborda di offerta, aggiunge ulteriore perplessità.
    In conclusione: una scelta sbagliata su tutti i fronti.
    Bene fà quindi il Comune a toglere ongni accenno alla propria “paternità”, anche se le responsabilità rimangono.

    1. Ciao Pierluigi,
      Grazie per il tuo commento: in poche frasi hai perfettamente sintetizzato tutto quanto espresso nel mio articolo.
      Solo sull’ultima parte non sono d’accordo: il Comune, infatti, non toglie assolutamente la sua “paternità”, certo che è strano che il sindaco non abbia presenziato all’inaugurazione del 1/2 .
      Non solo quindi non la toglie, ma scrive nel suo comunicato quello che ho riportato nell’ultimo paragrafo.
      Ha tutte le responsabilità, nessuna esclusa.

  6. Loredana concordo cn quanto affermi. Mi aspettavo un mercato rionale dove si potesse risparmiare. Chi vuole il top sa dove dove andare.

    1. Ciao Maria Cristina, infatti!
      Non serviva un posto così.
      Peccato davvero, mi aspettavo molto da questo mercato, se lo aspettavano tutti…

  7. Abito vicino a piazzale Lagosta, ed ho visitato il Mercato coperto prima e dopo il restyling. Parliamoci chiaro, dopo l’avvento dei discount tutti i mercati comunali hanno perso di significato “sociale”. Qualche anno addietro comprai una mozzarella a ben 8 euro. Buonissima, per carità, ma mi dissi “mai più”!
    Per il resto Isola, che era un quartiere caratteristico e ancorato alle proprie radici, è diventata una zona abbastanza ricercata, anche se per la verità trovi ancora qualche pub a prezzi accessibili e scenografie “alla mano”. Purtroppo, con mio grande dispiacere, si punta ad attirare una clientela che ha soldi da spendere. Detto questo, il Mercato Isola, non serviva, non a noi residenti. Forse un di più per gli avventori serali. Un business, insomma!

    1. Brava Carmela,
      hai evidenziato due aspetti molto importanti, a cui non avevo pensato; forse perché non mi piacciono i discount (vado a caccia di sconti all’Esselunga! Ci sto anche un’oretta ogni volta che ci vado 🤣).
      E infine il business! Tutto ormai gira intorno a quello.
      Ci si riempie la bocca con paroloni, ma della “gente” interessa davvero poco a nessuno…
      Grazie per questo commento molto interessante.
      Ps: c’è un discount in zona che mi consiglieresti?

  8. Gent.ma Loredana vedo che molti aspetti sono già stati trattati. La riqualificazione del “mercato (comunale) Isola” è stata presentata almeno un paio d’anni fa circa in commissione, solo a titolo informativo, al Municipio 9. In tale contesto effettivamente già si parlava che i prodotti sarebbero stati rivolti ad una clientela medio-alta dovuti al fatto che i costi sopportati erano elevati: infatti ritengo che dei commercianti storici non sia rimasto nessuno (spero di essere smentito). Tra l’altro due critiche che avevo sollevato già allora riguardavano la pericolosità dell’attraversamento della piazza ed anche l’assoluta mancanza di parcheggi in quanto ritenevo e ritengo che in assenza dei parcheggi la maggioranza della clientela che accederà al ‘mercato’ sarà fruita dai residenti dell’Isola in quanto è impensabile che molti clienti arrivino da fuori Milano in bicicletta per usufruire dei servizi o effettuare degli acquisti. Ricordo che un ulteriore problema sulla mobilità, oltre alla mancanza dei parcheggi, riguarda gli ambiti che escludono una parte dei cittadini di Milano che risiedono in ambiti diversi.

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