Finalmente i sondaggi più o meno farlocchi sono finiti, ma l’usignolo Sala continuerà a inebriarsi del suo canto (da D’Annunzio). Ed è un assolo stonato, pompato da un PD assetato di potere, da una campagna elettorale muscolosa, ragionata e buttata lì con spot, promesse e supponenza. Ma perché fare riferimento al Centrodestra per criticare, interpretare i pensieri e le azioni? – “Ci hanno messo molto molto tempo” a scegliere il candidato sindaco del centrodestra, “sono stati fatti veramente tantissimi nomi. Io credo che ogni milanese, oggi, riflette e fa le sue considerazioni se la scelta finale è stata la migliore o no. Diciamo che io penso che il centrodestra con la mia discesa in campo a Sant’Ambrogio, che forse non si aspettavano, un filo è stato spiazzato, però poi ci hanno lavorato a lungo e alla fine io porto rispetto.”
Forse è da rivedere l’italiano parlato, ma, sorvolando, la sua discesa in campo ha soprattutto sorpreso chi ha verificato ogni giorno le sue decisioni elitarie, i suoi fallimenti. Le periferie sono supercritiche, i comitati contro si sono moltiplicati, ma vorrei citare le considerazioni di un puro, anche se della vecchia sinistra, sull’opportunismo e la convenienza delle sue scelte per assembrare le 8 liste di sostegno.
“Quello che fa scandalo nella campagna elettorale di Sala e delle liste di appoggio è quello che possiamo tranquillamente definire “voto di scambio” palese. Che cosa è la promessa fatta agli inquilini morosi del Comune di azzerare i loro debiti? (posizione dominante si potrebbe dire).
Cosa sono il diluvio di annunci del Sindaco e del suo assessore Maran (campagna elettorale personale) per aver raggiunto accordi con cittadini su tutto (cose ferme da anni)? Posizione dominante da fűhererprinzip.
Avevo suggerito in un passato editoriale che in un Paese civile e democratico negli ultimi 6 mesi (semestre bianco locale) il Comune non dovesse assumere delibere se non quelle urgentissime, non delibere che riguardassero accordi o investimenti del Comune per evitare il “voto di scambio”.
Anche sulle liste di appoggio c’è qualcosa da dire. Le liste per regolamento devono essere autorizzate dal sindaco che dovrebbe valutare i loro candidati prima di accettare l’apparentamento. Lo ha fatto? Tutto bene? Ne parleremo quando saranno ufficiali. Tra i candidati delle liste collegate – se mai mi venisse in mente di votare per Sala ma ad oggi lo escludo – ho qualche vecchio amico cui darò la mia preferenza, ma quanti vecchi attrezzi della politica milanese! Quanti re del salto della quaglia! Quanti opportunisti!”
Chi parla è l’arch. Luca Beltrami Gadola, già docente del Politecnico di Milano. Condivido.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano