Il megafono dei giornali che ha ripetuto ogni giorno sondaggi rilevati non si sa con quanta accuratezza o rigore è un tentativo di lavaggio dei cervelli, un imbonimento vero e proprio, ma non è un atto di fede sintetizzato. Per Sala è così e anche in questo la mancanza di realismo. Scrive un lettore al Corriere “Caro direttore, non trova stucchevole che i leader di partito girino nelle città che tra poco sceglieranno sindaco e consiglieri comunali trattando temi che nulla hanno a che fare coi contesti locali? In più, cadono talvolta in errori sui nomi dei candidati, e di quanto s’è fatto in loco, o si pensa di fare, sanno zero. La credibilità della classe politica dovrebbe passare attraverso competenza, realismo, umiltà nel conoscere e giudicare. Figuriamoci nel proporre. Invece si corre dietro a sondaggi nazionali, deludendo le aspettative periferiche. Poi ci si lamenta del persistere del qualunquismo e dei suoi derivati tossici. Esagero?” Risponde Lucia Fontana sul quotidiano”…Ma alla fine quello che interessa ai cittadini è che venga scelto un bravo sindaco e buoni rappresentanti che conoscano i problemi, abbiano capacità di guida, programmi solidi e interesse alla qualità della vita degli abitanti. Trasferire tutto sul piano politico è sbagliato perché il giorno dopo il voto gli eletti dovranno misurarsi con i problemi delle città e non con la propaganda di schieramento. Questa cattiva abitudine, inoltre, porta spesso a non fare molta attenzione al profilo dei candidati. Si pensa che basti il voto di partito a risolvere tutto. Non è quasi mai così e le delusioni nelle urne sono cocenti. Concepire le elezioni locali come un enorme sondaggio d’opinione è un errore grave.”
Un chiaro avviso per Sala.