Investimenti sulla rete A2A troppo lenti e pronto intervento ridotto. I blackout frutto delle scelte green della Giunta

Fabrizio c'è Milano
Ieri A2A / Unareti è finalmente venuta in commissione a spiegare la incredibile serie di blackout che ha colpito Milano tra il 12 e il 19 giugno.
Molti gli investimenti previsti in futuro ma nell’immediato appare inevitabile affrontare nuove emergenze.
Con Pisapia e Sala il Comune, proprietario di A2A, ha chiesto alla sua società multiutility di fare utili per distribuire dividendi che alimentano il bilancio comunale. E poi molti investimenti green per comprare centrali eoliche e solari.
Assente l’attenzione alla rete di Milano, vero sistema nervoso della città.  Negli ultimi anni, caratterizzati da importanti blackout quando a giugno si verifica il picco di consumi a causa dei condizionatori accesi, si è avviato un piano di investimenti. Ieri però e emerso che i tempi per attuarlo sono lunghi: si vuole raddoppiare il numero delle 9 cabine primarie, ma solo a fine anno prossimo ne sarà pronta una nuova.
Per di più la presenza politica dei Verdi spinge il Comune a battere più sul tasto del risparmio dei consumi e meno sull’aumento della potenza disponibile, mentre con la corsa alla mobilità elettrica e la nuova M4 la città sarà sempre più energivora.
Dunque ci aspettano ancora altri blackout e per questo ho chiesto di potenziare il pronto intervento di Unareti, chiaramente insufficiente: il giorno 13/6 aveva 15 squadre a fronte di 74 guasti. Così pure il servizio informazione.
Non basta la promessa di rimborsare gli utenti che hanno avuto più di 8 ore di stop, che sono stati 8.000.
Occorre riportare gli investimenti sulla rete elettrica e dell’illuminazione pubblica al centro delle richieste che il Comune fa ad A2A. E liberarsi dei danni che l’ideologia verde ha fatto anche in questa azienda, un tempo simbolo dell’efficienza meneghina.

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