La pandemia e la conseguente riduzione del reddito hanno aggravato un dramma diffuso e ben noto in Lombardia, in particolare a Milano, quello della difficoltà a pagare il canone da parte degli inquilini. Basti pensare che almeno il 92% degli sfratti convalidati in tribunale avviene a causa della morosità. «Solo su Milano si è calcolato che circa 20mila contratti di locazione sono andati in difficoltà per la situazione attuale. In sostanza, il 20% delle famiglie non riesce più a pagare l’affitto spiega Leo Spinelli, segretario generale Sicet Lombardia -. Questo problema riguarda anche studenti e lavoratori temporanei. Bisogna, poi, tenere conto che nel capoluogo lombardo in due settimane sono state presentate 17mila domande per il contributo di sostegno all’affitto». Va detto, però, che una buona parte sarebbe stata presentata indipendentemente dal contagio. Questo perché la distanza fra i redditi e gli affitti nell’area urbana è un problema storico. «I bandi non intervengono sulle difficoltà economiche instaurate a seguito dell’emergenza sanitaria perché fanno riferimento a redditi precedenti chiarisce Spinelli -. Aiuta famiglie che erano già in difficoltà e che forse lo sono ancora di più. Anche gli interventi centrali o regionali non sono provvedimenti specifici per questo periodo. Inoltre, queste misure non si possono applicare alle figure più deboli che hanno contratti irregolari o inferiori all’anno. Occorre, poi, considerare non saranno finanziate tutte le domande. Saranno poco meno di duemila quelle che hanno i requisiti per il contribuito. Una somma che arriva al massimo a circa 1500 euro che viene erogata al proprietario e che non serve a risolvere la situazione». È successo, così, che le famiglie in cui il reddito era rappresentato da lavori dipendenti, precari o in nero non sono riuscite a reggere l’onda d’urto della pandemia. Ci sono i nuclei giovani, ma anche gli immigrati e i pensionati. E non è quasi mai possibile rinegoziare il canone. «Quello che servirebbe è un fondo specifico per le famiglie che rilevi la difficoltà attuale e dia il contributo direttamente agli inquilini dice Spinelli I Comuni potranno accertare che questo venga impiegato per sanare la situazione». Dal 6 febbraio all’8 maggio il 95% delle richieste giunte al Sicet erano tutte situazioni di difficoltà a pagare l’affitto. A Milano su 1585 richieste arrivate 1516 sono riferite all’impossibilità di pagamento del canone nel privato. Ma è in aumento esponenziale anche il numero dei nuclei che fanno fatica a pagare il mutuo e che in questo periodo hanno avuto la sospensione parziale delle rate. E esecuzione degli sfratti per gli affitti è sospesa fino al 1 settembre. Mentre per chi ha un debito per il pagamento del mutuo fino a novembre. Insomma, sembra che il rischio di perdere la casa sia soltanto rinviato. Fra gli effetti della pandemia sulla domanda di abitazioni c’è anche la maggiore attrattività di Monza. In dieci anni si è registrato un vero e proprio boom di trasferimenti di milanesi (+157%). Merito dei costi più contenuti delle case, della città a misura d’uomo e dell’arrivo della metropolitana Lilla. Anche il verde gioca un ruolo importante. Un monzese dispone, infatti, di ben 68mq di verde rispetto ai 17mq di un milanese. “Dalle analisi che abbiamo effettuato sull’offerta di nuove residenze nel Comune di Monza commenta Alessandro Ghisoffi, responsabile del Centro Studi di Abitare Co. emerge come il mercato della casa non sia in grado di assorbire la crescita della domanda che si sta registrando negli ultimi 18 mesi”.
(Avvenire)
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