Il coordinatore di Forza Italia Lombardia Salini lancia l’appello: «Territori stremati. I fondi del governo non bastano»
Milano, martedì 31 marzo: «Basta chiacchiere: dal governo servono fatti. Soprattutto stanziamenti proporzionati ad un’emergenza che ha colpito duro la Lombardia, dove a causa del coronavirus sono morte migliaia e migliaia di persone, dove famiglie gravemente segnate da lutti, difficoltà economiche, sociali e personali, vivono drammaticamente il problema di fare la spesa, pagare mutui, affitti, bollette, e tirare alla fine del mese. I 400 milioni stanziati dall’esecutivo e l’anticipo dei 4 miliardi Imu già dovuti ai Comuni non bastano neppure per iniziare. Come testimoniano le parole di questi tredici sindaci lombardi, che ogni giorno devono fronteggiare i problemi enormi di comunità stremate dall’impatto del Covid-19».
E’ quanto dichiara il coordinatore regionale di Forza Italia Massimiliano Salini, che questa mattina ha postato sulla sua pagina Facebook un video che raccoglie la testimonianza di tredici sindaci del movimento azzurro provenienti dalle province della Lombardia, la regione più colpita dal coronavirus. Di seguito il loro grido di allarme rivolto al governo per le famiglie in difficoltà.
Di seguito il link del video postato su Facebook https://www.facebook.com/112644178745600/posts/3141922929151028/ e le testimonianze dei sindaci lombardi.
Le testimonianze dei sindaci lombardi:
Pietro Orrù, Vilmiore di Scalve (Bg): «Ci aspettiamo un sostegno concreto, non poche briciole. Qua mancano mascherine, bombole, saturimetri: in sostanza manca tutto».
Dario Allevi, sindaco di Monza (Mb): «Prima ci ha dato lo zuccherino, definendoci le sue sentinelle. E un attimo dopo ci ha preso in giro dandoci, bontà sua, in anticipo di qualche settimana, quanto ci era dovuto ed era già presente nei nostri bilanci. Aggiungendo una mancetta che basterà sì e no forse per qualche giorno e che sta generando false illusioni tra i cittadini».
Luca Veggian, Carate Brianza (Mb): «Ringrazipo per questo finanziamento ma lo ritengo una misura iniqua per i Comuni lombardi, che sono i più colpiti dal Covid-19».
Alberto Villa, Pessano con Bornago (Mi): «La metodologia di riparto scelta avvalora la tesi per cui oggi chi ha fatto la cicala può continuare a farlo, e chi ha fatto la formica continuerà a sfamare tutti quanti».
Giovanni Ferretti De Luca, sindaco di Rozzano (Mi): «Riuscire a far fronte alle domande che perverranno con i soldi messi a disposizione per la mia città è praticamente impossibile».
Giovanni Arrigoni Battaia, sindaco di Brazio (Lc): «E’ un’elemosina rispetto ad un milione e 700mila euro che ogni anno il Comune versa alle casse dello Stato».
Mauro Salvalaglio, sindaco di Secugnago (Lo): «Credo che siano troppo pochi e, forse, troppo tardi. Soprattutto, troppo a carico dei piccoli Comuni già in difficoltà».
Giuseppe Brandani, sindaco di San Giacomo delle Segnate (Mn): «E’ solo l’inizio. Briciole per le esigenze reali dei Comuni».
Andrea Itraloni, sindaco di Copiano (Pv): «Si tratta di un contributo esiguo rispetto alle reali necessità delle famiglie, che non devono solo mangiare ma anche accendere la luce e il gas. Ora i Comuni dovranno senz’altro anticipare i fondi e fare i conti con una burocrazia infinita, senza indicazioni precise».
Pietro Zappamiglio, sindaco di Gorla Maggiore (Va): «Il governo gioca allo scarica barile nei confronti dei sindaci e dei piccoli Comuni. Oltretutto i fondi alimentari sono insufficienti e distribuiti male».
Giulia Castelnuovo, sindaco di Albavilla (Co): «La necessità è reale e lo diventerà di più con il passare del tempo. Dalle prime stime, con questo contributo si riesce a coprire il fabbisogno di 200 famiglie albavillesi per un mese. Non sarà sufficiente, soprattutto visto il protrarsi dell’emergenza».
Gabriele Gallina, sindaco di Soncino (Cr): «Se il governo avesse voluto fare un’operazione intelligente e di sostanza a sostegno dei Comuni, avrebbe dovuto semplicemente decidere di lasciare tutta l’Imu al Comune. I cittadini di Soncino pagano due milioni e 500mila euro di Imu, di cui 700mila euro vanno direttamente allo Stato e un milione e 800mila euro restano al Comune».
Nicoletta Maestri, sindaco di Calcinato (Bs): «Quattrocento milioni di buoni spesa erogati su scala nazionale: ancora una volta è tanta la delusione nel dovere dire ai miei cittadini che sono solo briciole. E che non aiuteranno nessuno».
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