Dopo la manifestazione per ricordare Ramelli, gli antagonisti riflettono per proporre nuove misure più radicali

Milano

Dopo i tafferugli e i disordini durante la commemorazione di Ramelli e i saluti romani, molte domande sono legittime tra i componenti del corteo di destra. E alla destra il compito di dare risposte anche su quel corteo assurdamente non autorizzato. E così la procura di Milano ha aperto un’indagine per manifestazione fascista e manifestazione non autorizzata in relazione al corteo per ricordare Ramelli.

Ma suona preoccupante e stonato il protagonismo, durante e dopo la manifestazione, degli antagonisti che dopo 50 anni teorizzano su  un “fascismo” da combattere e creare una guerra civile che offende il buon senso. E sono propositi, quelli sì, fascistoidi e inspiegabili. Scrivono “Una “profonda riflessione sulle strategie di mobilitazione e un inevitabile ripensamento delle strutture di coordinamento del fronte antifascista cittadino”. La propone Milano InMovimento, sito antagonista che riunisce diverse realtà cittadine e che propone la riflessione all’indomani delle mobilitazioni contro il corteo dell’estrema destra per Sergio Ramelli. “La mobilitazione antifascista messa in piedi in pochissimi giorni – si legge sul sito – è riuscita a mettere insieme un corteo dignitoso (anche se inferiore alle aspettative) che in parte ha creato una forma di pressione politica e pubblica in grado di disinnescare il clima favorevole allo svolgimento delle iniziative nere. E’ evidente però che questo non basta di fronte ad una controparte che, seppur in rari momenti d’unità d’intenti, si sta dimostrando sempre più vitale, abile e numerosa; soprattutto in vista di una campagna elettorale che vedrà nuovamente i fascisti (in particolare CasaPound) essere presenti nelle piazze.
Non può che seguirne – è quindi l’invito contenuto nel post – una profonda riflessione sulle strategie di mobilitazione e un inevitabile ripensamento delle strutture di coordinamento del fronte antifascista cittadino davanti ad una galassia fascista milanese sempre più radicata e ormai capace di gestire e sostenere il piano politico complessivo e l’utilizzo del mediatico”.

E di quelle nuove mobilitazioni, spesso violente, il cittadino normale ha paura. Il fantasma del fascismo ormai morto, ma evocato da molti, continua ad essere il simbolo della divisione.

Anna Ferrari

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